ZONA ROSSA VESUVIO – Pronte in Regione le modifiche alla legge: patto tra sindaci per un mega condono

Un incontro tra i sindaci della zona rossa organizzato dal consigliere regionale Carmine Mocerino (nella foto a lato), con l’assessore all’urbanistica della Regione Campania Bruno Discepolo, il presidente della commissione ambiente di Città Metropolitana Giuseppe Sommese. Obiettivo: rivedere laddove possibile la legge sulla Zona Rossa del Vesuvio, da sempre stata un vincolo, quasi mai una risorsa. Entusiasti i sindaci di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno e di Ottaviano Biagio Simonetti, che hanno applaudito l’iniziativa di Mocerino (pare col placet di Mario Casillo) più “coraggioso” Ciro Bonajuto sindaco di Ercolano che non punta a inerventi tampone ma ad una sanatoria dell’esistente. La via del condono, quindi pare essere quella più gettonata e sicuramente non solo perché nelle casse comunali entrerebbero dei soldi, ma anche ai fini strettamente elettorali, ci sarebbe un forte ritorno di visibilità. Quali saranno i criteri secondo cui gli immobili abusivi possono essere “sanati”? E soprattutto come saranno composte le commissioni che dovranno valutare le pratiche? Se da una parte è vero che la legge sulla Zona Rossa ha bloccato un “certo” sviluppo, è anche vero che ne ha frenato anche un altro, non certo migliore.

“La legge regionale 21/2003 ( meglio conosciuta come la legge sulla zona rossa) è uno schiaffo ai cittadini della zona Vesuviana nonché a mio avviso una limitazione della libertà di godere della proprietà privata”. Il commento di Giuseppe Ricci (nella foto sotto) consigliere di maggioranza a San Sebastiano al Vesuvio con deleghe allo sviluppo dei territori.

“I limiti imposti, sono altamente ridicoli, come il divieto di nuovi volumi nelle Nostre case. Tali limitazioni impongono di non poter fare nemmeno una veranda, per armonizzare la propria casa….. non vi dico se avete intenzione di fare un torrino per l’accesso al terrazzo. Cosa che con il rischio eruzione non c’entrano nulla, anche perché dubito che sotto una veranda possano abitare persone, al massimo si mangiano una pizza.  Non parliamo di nuove lottizzazioni o nuovi edifici, ma di consentire l’armonizzazione delle case già esistenti.

Ora però sembra che il problema si possa verificare anche nei Campi Flegrei  e potrebbe interessare tutta la zona a Nord di Napoli. Pertanto a mio avviso, per serietà di cose, bisognerebbe estendere il vincolo anche su Napoli Nord. Oppure la legge era stata fatta per consentire di costruire solo in quella zona? A pensar male si fa peccato ma molte volte si indovina. Serve una battaglia degli amministratori locali del Vesuvio, i cittadini del vesuviano dovranno poter costruire una veranda a casa propria e farsi il tipo di torrino che preferiscono nella propria abitazione.  Noto molta disattenzione per questo tema, non vorrei che qualche amministratore locale ci sguazzi con questa legge, per chiudere occhi laddove bisognerebbe aprirli” ha concluso Ricci.

 

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