Volla. Dopo lo scioglimento del consiglio comunale, Sel e la lista civica Verso il futuro si difendono

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Fonte: Comunicato Stampa

Guadagno non si è dimesso. Il consiglio è stato sciolto in seguito alle contestuali dimissioni di 9 consiglieri comunali, 6 dell’opposizione e 3 dell’ex maggioranza, di cui uno del Pd dichiaratosi in precedenza indipendente e passato nelle fila dell’opposizione.

Questo è avvenuto, per evirate, come già in precedenza accaduto, che il sindaco ritirasse nei 20 giorni successivi le sue dimissioni, utilizzando espedienti e giochi di prestigio a cui lui e il Pd ci hanno abituati.

Il dato politico che emerge è che il sindaco e il Pd si sono divisi ufficialmente, divisione nascosta in questi pochi ma devastanti anni di amministrazione.

Prima, insieme si sono isolati, rompendo il patto di centrosinistra con Sel, con la lista civica e strappando il patto elettorale con i cittadini, per non essere stati in grado di realizzare un solo punto del programma elettorale con il quale si sono presentati agli elettori; poi si sono definitivamente spaccati. Enormi divergenze sono state nascoste, e continuano a essere occultate, circa la gestione del potere, la distribuzione delle poltrone, la suddivisione a fini clientelari dei ristretti spazi di gestione nella morsa della crisi finanziaria dell’ente.

Nei rapporti politici hanno utilizzato la lista civica come bacino di voti per poi impedirle di avere un ruolo parimenti dignitoso nelle scelte amministrative da produrre, costringendola in un angolo.

Le responsabilità di questo sfascio amministrativo che la città si trova ad affrontare sono imputabili in uguale misura al sindaco e al Pd, senza distinzione, e non certamente ai consiglieri dimissionari e tantomeno alle forze che hanno costruito una opposizione in città. Le politiche finanziarie dell’ente non hanno portato al risanamento delle casse comunali e i principali problemi di Volla sono tutti là, totalmente irrisolti.

Le scelte fatte hanno solamente portato un innalzamento dei tributi. I due pilastri su cui si era puntato: vendita degli immobili di proprietà comunale e recupero dell’evasione tributaria sono stati del tutto disattesi. Sarebbe stato opportuno, come da Sel indicato, aderire alla procedura di pré dissesto prevista dalle norme nazionali; in quel modo l’obiettivo del risanamento sarebbe stato centrato in pochi anni di amministrazione.  Il Pd e il sindaco decisero di non perseguire questa strada perché sapevano benissimo che non ci sarebbero stati spazi per gestire clientelarmente l’amministrazione e esercitare potere scambiando diritti dei cittadini con favori personali.

Hanno la responsabilità di aver compromesso irrimediabilmente un’occasione per questa città bloccando l’approvazione del Puc, non facendo scattare le norme di salvaguardia e facendo divenire Volla la punta avanzata della speculazione edilizia nell’area metropolitana di Napoli attraverso l’uso colpevole e  intensivo della deroga urbanistica.

Hanno distrutto la macchina comunale mortificando le professionalità esistenti a vantaggio di soggetti del tutto inadeguati ma politicamente sponsorizzati e creando un assetto incapace di rispondere alle esigenze di gestione complessa dell’azione amministrativa.

Hanno alimentato un clima tendente a criminalizzare le voci critiche fino ad arrivare ad agiate una nauseabonda macchina del fango che ha prodotto lettere anonime, minacce, pressioni psicologiche su singoli.

Questi sono i principali motivi che hanno visto il passaggio all’opposizione di Sel, circa 2 anni fa, poi le dimissioni del capogruppo della lista civica  IVAN APREA e dello stesso presidente ARMANDO D’AURIA di quest’ultima, e in fine del consigliere Rosario Raciti, impropriamente e ingiustamente  accusato da sindaco e Pd di essere l’unico responsabile ed esecutore materiale della loro disfatta.

Non basta un fasullo atto di scuse alla città da parte del Pd, ed è sbagliato utilizzare le categorie prepolitiche e giudiziarie dell’agguato, del tradimento, degli esecutori e dei mandanti, oppure presentare la lista della massaia delle cose più volte annunciate e mai realizzate, come fa il sindaco. Piuttosto si impegnassero a fare una seria analisi politica del loro percorso amministrativo, di quanto realmente hanno prodotto, delle reali responsabilità e fare un atto di verità nei confronti della città.

Non sono loro che possono dire: << è la città che ne esce sconfitta>>; quando i fatti dicono, con chiarezza, che a loro è imputabile la responsabilità.

Ed è altrettanto vano il tentativo di far passare il messaggio che il miglior commissario è peggiore della peggiore amministrazione. Anche se fosse così non lo è in questo caso e per questa amministrazione.

A scanso di equivoci dichiariamo che in questa città per avere una svolta, gli uomini che sono stati i protagonisti unici e indiscussi di quanto avvenuto non dovranno più essere sostenuti e affiancati politicamente. Pertanto i soggetti firmatari di questo comunicato si sentono impegnano a non allearsi nel prossimo futuro con il Pd o con liste che presentino al loro interno questi soggetti.

 

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