VIDEO: “IL MIO SOGNO E’ DI POTER DIRE AGLI ASSASSINI DI MIO NONNO << IO TI PERDONO! >>”
Scende la pioggia a Portici. Mercoledì 26 luglio. Sono da poco passate le sette di sera e nella chiesetta di Periferia del Santissimo Redentore, di via Scalea, si è da poco conclusa la messa in ricordo di Mariano Bottari, vittima innocente della criminalità, assassinato il 28 luglio di tre anni fa, durante un tentativo di rapina a Via Benedetto Croce, mentre portava a casa la spesa per la moglie disabile.
Il cielo sembra partecipare al dolore della perdita di “quell’eroe normale“, così, più volte, Don Tonino Palmese di Libera contro le Mafie ha rinominato il pensionato 65enne, ucciso da un proiettile vagante nell’Estate 2014, interrompendo per giusto qualche minuto il caldo secco di questi giorni. Una ventina tra familiari e amici stretti, gli unici a partecipare alla messa oltre al comandante della PM di Portici Gennaro Sallustio, ha già trovato riparo sotto il tetto di casa.
Una messa intima, decisamente diversa dal funerale, tenutosi pochi giorni dopo l’omicidio, e preso d’assalto da politici, associazioni, forze dell’ordine e cittadini. Don Tonino Palmese ha celebrato il ricordo di Mariano, la cui morte grida ancora giustizia. “Una cosa certamente esiste – ha detto Don Palmese – L’inferno. Ecco, io non so se esistano davvero Paradiso e Purgatorio, ma l’nferno veramente esiste. E non come minaccia per chi non va in Chiesa o per chi guarda film proibiti; ma per chi rende la sua vita e quella altrui un Inferno. L’inferno è già in mezzo a noi e le fiamme sono già avanzate. Oggi però voglio ricordare Mariano: un nome che, pronunciato, a che fare con la salvezza e con la vita…“.
A distanza di esattamente tre anni non sono stati ancora individuati gli assassini che hanno colpito a morte il pensionato 75 enne, durante un tentativo di rapina su uno scooter ad un imprenditore del posto: “Sono ancora in corso le indagini, ma gli inquirenti ci hanno spiegato la dinamica dell’omicidio. – così Ciro Iacone, nipote di Mariano – Mio nonno non è stato ucciso da un proiettile, ma precisamente da una scheggia del bussolo rimbalzata sul marciapiede che lo ha travolto con forza. Una serie di coincidenze, più di quindici, sfortunatissime. Da mio nonno che si ferma al Salumiere per scambiare due chiacchiere, all’attraversamento al marciapiede di fronte per evitare l’acqua lanciata da una signora su un balcone. Ecco io credo che vi sia qualcosa di più grande dietro questo episodio. Nulla accade per caso. Per questo ho deciso di fondare l’associazione Wow Project, perché in me a vincere non sia il desiderio di rabbia e dolore. Il mio sogno è trovarmi dinanzi agli assassini di mio nonno e potergli dire << Io vi perdono! >>“. “Vorrei fare in modo – aggiunge una delle figlie di Mariano – che nessun altro possa ricevere la stessa telefonata che ho ricevuto io“.
Casa di Mariano Bottari, sita a Via Scalea, periferia di una città di appena 4km2, è oggi sede dell’associazione WOW Project, fondata dai familiari della vittima innocente per percorsi di Legalità e sensibilizzazione, tra cui una borsa di studi per studenti. Presidente dell’associazione è il nipote Ciro Iacone; mentre la più attiva tra le collaboratrici è Silvana Bottari, ultima di sei figli: “Il mio sogno era poter essere accompagnata all’altare da mio padre. – ha detto Silvana – Sono l’ultima di 6 figli e ci tenevo tanto a quel sogno, a cui ho dovuto per forza di cose rinunciare. La rabbia è che potrei ritrovarmi seduta di fianco agli assassini di mio padre e non saperlo. Convivere con quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo non è facile. L’unica cosa a cui appigliarsi è solo la fede“.
Dario Striano
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