E’ bruciata ancora San Vito al Vesuvio e la sua Contrada Castelluccio, strada di periferia che collega il Comune degli Scavi con San Sebastiano al Vesuvio, ridotta ad una maxi discarica abusiva.
E’ bruciata nonostante i presidi dell’esercito e quelli della polizia municipale predisposti, tra le polemiche, la settimana scorsa dal dirigente della polizia locale del Comune di Ercolano. Un incendio, scoppiato intorno alle ore 14 di ieri, Lunedì 17 Luglio, a Via Barcaiola, ha raggiunto, dato il forte vento e il caldo secco, in pochi minuti la contrada ercolanese e ha minacciato con il suo fuoco Cava Fiengo, già, nelle scorse settimane e negli scorsi anni, scenario di roghi tossici e dolosi e di interramenti di rifiuti, anche speciali.
Sul post, protezione civile, militari, polizia locale e carabinieri. L’impiego di un elicottero ha consentito, assieme alle operazioni dei vigili del fuoco, lo spegnimento delle fiamme che si si sono estese per un centinaio di metri.
Tutto intorno alla cava, dove 2 anni fa furono rinvenuti fusti tossici, è andato in fumo: la vegetazione, i campi, le coltivazioni. Civili e contadini hanno lottato contro le fiamme per salvare il salvabile. Con pompe, pale e le mani nude. C’è chi piange e si dispera. Chi, muto, osserva andare in fiamme i sacrifici di una vita e i frutti del duro lavoro mentre sul ciglio della strada continuano a bruciare rifiuti di ogni genere: resti di pellame, pittura, amianto, pneumatici e persino un motorino.
Nel video e nella fotogallery (clicca a destra e a sinistra dell’immagine in alto in evidenza per scorrere le foto), le cronache di una nuova giornata di inferno…
Dario Striano
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