VERSO IL VOTO DI MARZO – Indagati per voto di scambio Gigino Cesaro, suo figlio Armando e Flora Beneduce. Forza Italia difende gli indagati
Il deputato di Forza Italia Luigi Cesaro e due consiglieri regionali azzurri – Armando Cesaro, capogruppo e figlio di Luigi, e Flora Beneduce – hanno ricevuto avvisi di conclusione indagini da parte della procura di Napoli, per un’ipotesi di voto di scambio in relazione a fatti che, secondo la tesi accusatoria, sarebbero avvenuti tra il maggio ed il giugno del 2015, in occasione cioè delle ultime elezioni regionali.
Tra gli episodi contestati la presunta raccomandazione di un praticante per entrare in uno studio legale che Cesaro avrebbe promesso ad un elettore in cambio di voti per il figlio, ma anche il pagamento di abbonamenti ad alcuni elettori presso la piscina di Portici di proprietà dei Cesaro.
Non è stato contestato invece alcun passaggio di danaro, come invece è accaduto per l’inchiesta gemella sul voto di scambio di cui si occupa la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che nel maggio dello scorso anno, aveva portato in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa i fratelli del deputato, Aniello e Raffaele.
“Oggi ho ricevuto un avviso di garanzia per vicende relative alle elezioni regionali del 2015. Preferisco darvi io la notizia, perché non ho nulla da temere. Quando si ha la coscienza pulita si affronta tutto con serenità”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Campania, indagato per voto di scambio. “Io ho fiducia nella verità, che presto o tardi arriva. Per tutti”, conclude Cesaro.
“Ormai non sorprendono più gli interventi giudiziari alla vigilia di consultazioni elettorali. Puntuale, come in passato, giunge, con l’immancabile clamore mediatico, un avviso di garanzia per esponenti di primo piano del nostro Movimento: al deputato Luigi Cesaro e ai consiglieri regionali Flora Beneduce ed Armando Cesaro viene contestata una ipotesi di voto di scambio in relazione a fatti che, secondo la tesi accusatoria, sarebbero avvenuti tra il maggio ed il giugno del 2015 in occasione cioè delle ultime elezioni regionali. Non a caso l’attività investigativa protrattasi per circa tre anni, giunge puntualmente a conclusione in coincidenza della presentazione delle liste e della imminente campagna elettorale”. Così in una nota il coordinamento regionale campano di Forza Italia.
“Gli stessi fatti addebitati per natura, tenuità e, soprattutto, per come vengono descritti, non sono assolutamente idonei a dimostrare l’accusa formulata. Né ci meravigliamo più nemmeno di fronte al doppiopesismo giudiziario che, nel caso di esponenti della sinistra, sorvola su alcune vicende che hanno avuto vastissima eco anche nazionale (incitazione pubblica al voto di scambio) e conclude con celerità encomiabile (qualche settimana) procedimenti inerenti ipotesi accusatorie analoghe. Forza Italia non si lascerà in alcun modo intimidire da simili iniziative e lotterà per evitare che il libero consenso dei cittadini possa essere condizionato o inquinato da interferenze giustizialiste, a difesa del principio costituzionale della sovranità popolare”, conclude la nota.
“Rivelatosi quasi perfetto per un ventennio, il sistema Cesaro è oramai a un passo dallo sgretolarsi del tutto. Il plurieletto deputato berlusconiano Luigi è indagato per minacce a pubblico ufficiale aggravate dal metodo mafioso. Appena qualche giorno fa ai suoi due fratelli, Aniello e Raffaele, in galera per concorso esterno in associazione mafiosa, la Cassazione ha confermato la custodia in carcere. L’ultimo filone di indagine rischia oggi di stroncare sul nascere la carriera del rampollo di casa Cesaro e vero e proprio recordman di preferenze”. Così in una nota il gruppo regionale campano del Movimento 5 Stelle.
“Secondo l’accusa, per favorire l’ascesa in Consiglio regionale del giovane Armando nella campagna elettorale del 2015 – sottolinea il gruppo M5S – sarebbero scese in campo le truppe cammellate. Alla favolosa macchina del voto di scambio, stando al teorema inquirente, avrebbero partecipato papà Gigino, i fratelli in galera, lo stesso Armando e la fida consigliera azzurra Flora Beneduce. Un ostacolo sul tragitto per le politiche, dove ancora si rischia di vivere il paradosso di una doppia candidatura nel feudo cesariano di Sant’Antimo, con papà Gigino in corsa per il Senato e l’erede che già pregustava il salto di qualità alla Camera. Pronti a impugnare, entrambi, lo scudo dell’immunità parlamentare”.
“Ribadiamo la nostra fiducia incondizionata al nostro capogruppo Armando Cesaro e alla collega Flora Beneduce, con i quali siamo impegnati quotidianamente, dentro e fuori il Consiglio Regionale, in battaglie politiche a tutela dei cittadini. Ancora una volta gli esponenti del Movimento 5 Stelle si dimostrano sempre più bravi a vedere la pagliuzza negli occhi altrui e ad ignorare le travi nei propri”. Così, in una nota, i consiglieri regionali campani di Forza Italia Maria Grazia Di Scala, Monica Paolino, Ermanno Russo e Gianpiero Zinzi.
“E’ infatti ancora assordante – continua la nota – il loro silenzio sulle molteplici e gravi vicende giudiziarie che colpiscono diversi penta stellati su tutto il territorio nazionale. A partire da Virginia Raggi, sindaco di Roma, rinviata a giudizio per falso in atto pubblico, passando per Chiara Appendino, sindaco di Torino, indagata per falso in atto pubblico e omicidio colposo, stesso reato contestato a Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, indagato per omicidio plurimo colposo o Fabrizio La Gaipa, loro esponente siciliano, arrestato per estorsione. Del resto il loro capo, Beppe Grillo, non è da meno, visto che è stato condannato in via definitiva per omicidio colposo”.
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.