“Un segno di resistenza e di speranza” parte l’Autunno Musicale 2013 della Nuova Orchestra Scarlatti

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Domenica 3 novembre, ore 19.00 presso il Museo Diocesano di Napoli (Largo Donnaregina),  terzo concerto dell’Autunno Musicale 2013 della Nuova Orchestra Scarlatti: Icone, un ricco, intenso e vario percorso strumentale e vocale spaziante da Gesualdo a Verdi, da Händel a Puccini, da Pergolesi a Šostakovič, con la partecipazione di Leona Pelešková, soprano praghese che vanta un repertorio che si estende dal barocco al contemporaneo ed è una apprezzata specialista della vocalità boema. La Nuova Scarlatti è diretta da Francesco D’Ovidio. Il concerto si apre con un celebre madrigale di Gesualdo che in un’edita versione strumentale svela tutta la straordinaria libertà e modernità d’invenzione del principe di Venosa,  a 400 anni dalla sua morte. Seguono la celebre Lascia ch’io pianga dal Rinaldo di Händel, sconfinata emozione raggiunta con mezzi semplicissimi, poi la sensualità intima di Ogni pena più spietata da  Lo frate ‘nnamorato  di Pergolesi, aurora della scena sentimentale napoletana, quindi la passione seicentesca dell’Ave Maria di Giulio Caccini. Nel Concerto per archi in sol minore Francesco Durante, grande maestro del primo ‘700 napoletano, gioca con somma abilità con gli antichi meccanismi del contrappunto, investendoli di un nuovo e originalissimo fuoco espressivo.  Il Salve Regina di un Puccini appena venticinquenne sembra già evocare il sentimento di Tosca, mentre l’Ave Maria dulcissima di Gesualdo in versione strumentale conduce ancora all’Ave Maria di Rachmaninov: una melodia che procede per onde dolci e profonde come è profonda l’anima slava. Poi la sottile malinconia del Valzer n. 2 dalla Jazz Suite n. 1 di Šostakovič, un sogno viennese che profuma di Russia primo ‘900 , cede il passo al calore mediterraneo dell’Ave Maria di Mascagni (costruita sul famoso Intermezzo di Cavalleria rusticana). Un’altra, affascinante Ave Maria è quella arcaica e modernissima insieme del ceco Janáček che, a cavallo tra ‘800 e ‘900 propone una sintesi estremamente personale fra grande tradizione boema e avanguardia. E, in pieno ‘900, anche l’ungherese Farkas si muove fra evocazione dell’antico e innovazione, e nelle Antiche danze ungheresi mescola cadenze magiare e accenti stravinskiani. Si chiude questo percorso, come meglio non si potrebbe, con l’Ave Maria dall’Otello di Verdi: Desdemona a un passo dalla morte, schiude nella preghiera il suo ultimo canto di vita, innocenza, amore con le note tenere e trasparenti di un Verdi forse mai così commosso.

* Il costo del biglietto è di 14,00 per i concerti al Museo Diocesano e di 12,00 per i concerti presso la Domus Ars (17 novembre e 1 dicembre). I biglietti sono acquistabili nelle sedi dei concerti dalle ore 18.00, presso le prevendite abituali, o anche on line: www.azzurroservice.net

 

 

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