Ucciso e fatto a pezzi in Francia, secondo l’avvocato che difese Vittorio Barruffo: “La camorra non c’entra niente”
L’avvocato Umberto Prisco di Viareggio, che a suo tempo difese Vittorio Barruffo, il 44enne di origini napoletane trovato ucciso e mutilato in Francia, esclude, secondo lui, che possa trattarsi di un delitto di camorra.
«Non risulterebbe il suo nome nell’elenco dell’antimafia – dice il legale – comunque saranno le indagini a far luce sulla vicenda. Per quanto mi riguarda una mia interpretazione potrebbe essere anche quella di un delitto per altri motivi, anche a scopo passionale. Infatti la camorra, quando uccide qualcuno, vuole che si veda e che si sappia. Invece Barruffo era stato buttato un fosso e mutilato agli arti. Se non lo avesse scoperto un cacciatore, chissà per quanto tempo sarebbe rimasto lì».
Secondo l’avvocato Prisco «gli ultimi suoi contatti avuti in Francia dove si era trasferito, le ultime telefonate fatte e ricevute, i contatti su Internet, potrebbero aiutare gli inquirenti francesi» a chiarire le circostanze. A Viareggio Vittorio Barruffo ha vissuto per oltre 15 anni ma nel quartiere dove abitava lo ricordano in modo vago. Qualcuno, secondo quanto si apprende in città, ha collegato il suo nome all’accoltellamento di cui fu vittima nel 2009 ricordando che l’episodio fu riportato a vicende sentimentali. Invece, al momento, rimane oscuro il motivo per cui alcuni anni fa si trasferì in Francia. Della scomparsa di Vittorio Baruffo, il 9 luglio scorso, se ne era occupata la trasmissione Chi l’ha visto?
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.