Un falso storico potrebbe esser protagonista della storia della città di Portici. La cittadina del Granatello potrebbe non esser stata fondata da un congiurato di Gaio Giulio Cesare, così come invece riporta il sito del Comune di Portici (basta andare sul sito, cliccare in basso a sinistra nella home sulla scritta “ La nostra storia”, per leggere : “Portici sarebbe stata fondata dai romani intorno alla villa di Quinto Ponzio Aquila, nobile romano, congiurato contro Cesare, caduto nella battaglia di Modena del 43 a.C”).
Quinto Ponzio Aquila, indicato dagli storici come fondatore della cittadina vesuviana (A conferma di ciò, ci sarebbe il reperto, ritrovato sotto gli scavi di Palazzo Mascabruno, raffigurante un’aquila, attualmente emblema dello stemma comunale, che reca sotto gli artigli le iniziali Q.P.A.), potrebbe non esser stato uno dei traditori del dittatore romano. Il Consigliere comunale Luca Manzo (“Il Cittadino“) spiega ai nostri taccuini il perché:
“Da amante della storia, soprattutto quella romana,- spiega il giovane rappresentante del consiglio comunale porticese- mi aveva destato sempre un certo sospetto il fatto che il fondatore di Portici (o se vogliamo colui che depose le prime pietre), fosse un traditore. Un congiurato per attenerci ai termini storici, uno di quelli che aveva ucciso e pugnalato il Grande Cesare, condottiero e statista di straordinario valore. Eppure con il tempo mi ero quasi convinto; stavo accettando a mio modo la presunta paternità. Erano pur sempre questioni politiche del tempo, mi dicevo. Poi qualche mese fa, mentre leggevo una biografia su Cesare di Eberhard Horst, mi focalizzai su di un nome che mi sembrava familiare, o almeno solo in parte: Lucio Ponzio Aquila congiurato di Cesare. In buona fede credevo ad un omonimia del nomen e prenomen, o addirittura un errore dello stesso storico. Il dubbio nei giorni a seguire mi assalì: consultai altri libri, mi infilai nella rete a caccia di notizie, sbirciai blog e siti. Tutti i siti (compreso la ben nota Wikipedia) riportavano (e riportano) lo stesso nome: Lucio. Di Quinto, invece, neppure l’ombra. Per un momento ho pensato che il falso storico potesse essere dettato dalla volontà di attribuire ad un personaggio famoso, seppur un congiurato, un traditore, la fondazione della città. L’incisione dell’aquila con le lettere sotto Q.P.A. ( che oggi sono lo stemma di Portici), però, ci attestano l’esistenza di Quinto Ponzio Aquila. Fatte le dovute ed infruttuose ricerche, ho formulato una mia ipotesi: le famiglie romane erano numerose, e arrivavano anche a dieci e più figli. A quei tempi, in mancanza di tv e internet, si davano da fare. L’unico problema era quello di dare i nomi: fino al quarto la fantasia non mancava, ma dal quarto in poi i figli venivano chiamati Quinto, Sesto, Settimo, Ottavo e così via dicendo. Quindi, in tutta probabilità, Quinto Ponzio Aquila doveva essere il fratello del vero congiurato Lucio, o al massimo un parente. In questo caso le origini della nostra cittadina sarebbero, dunque, smentite solo in parte. Io intanto ho tirato un sospiro di sollievo, perché proprio non mi andava giù che il fondatore della mia città fosse un congiurato del mio tanto amato Gaio Giulio Cesare”.
per consultare la storia di Portici sul sito del Comune: http://www.comune.portici.na.it/index.php?option=com_content&view=article&id=435&Itemid=85
Dario Striano
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