Sui social il linguaggio criminale delle baby gang, Borrelli (AVS): “Incapacità genitoriale e apologia della cultura camorristica vanno fermate al più presto”. Franco Cutolo, padre di Giogiò: “Vanno sottratti alle loro famiglie, carceri non hanno più capacità rieducativa” 

Napoli, sui social il linguaggio criminale delle baby gang. La madre di Antony Mucci, complice del killer di Giogiò: “I figli si crescono a come vengono”. Borrelli (AVS): “Incapacità genitoriale e apologia della cultura camorristica vanno fermate al più presto”. Franco Cutolo, padre di Giogiò: “Vanno sottratti alle loro famiglie, carceri non hanno più capacità rieducativa”

Non si fermano nemmeno di fronte alle recenti tragedie che hanno visto la morte di Arcangelo Correra, Santo Romano, Giogiò Cutolo e Francesco Pio Maimone  le manifestazioni sui social di baby gang che continuano ad ostentare il loro linguaggio fatto di simbolismi criminali, come il gesto della pistola, minacce e insulti agli ‘avversari’. Tra le segnalazioni che Franco Cutolo, padre di Giogiò, ha inviato al deputato Francesco Emilio Borrelli anche le parole di Marilena Martello, madre di Antony Mucci complice del killer di Giogiò Cutolo, che in stato di gravidanza risponde a chi le chiede “Metterai al mondo un altro killer?” risponde: “I figli si crescono a come vengono”.

“Le parole della madre del complice del killer di Giogiò Cutolo – afferma l’onorevole Francesco Emilio Borrelli (nella f foto sopra) – rappresentano l’esatta fotografia di quello che denuncio da tempo: un’assoluta incapacità genitoriale che dimora in vaste fasce sociali della nostra città. Genitori pregiudicati o contigui ai clan camorristici che fanno figli per allevare nuova manovalanza criminale, il tutto nell’indifferenza delle istituzioni e di chi dovrebbe controllare questi drammatici casi di giovanissimi condannati già in tenera età a diventare assassini, spacciatori, ladri o criminali comuni. Vivono in ambienti dove l’apologia della cultura camorristica è quotidianità, i linguaggi e i codici sono quelli dei criminali navigati. Bisogna fermare con ogni mezzo questa deriva se vogliamo davvero sottrarre linfa vitale alla camorra e alla violenza dei clan”.

“Dalla morte di mio figlio -dichiara Franco Cutolo padre di Giogiò (nella foto sopra)  –  insisto sempre sullo stesso punto: l’unico strumento che può risolvere il problema dei baby criminali che imperversano nella nostra città e in tutto il Paese è quello di sottrarli alle loro famiglie. Non possiamo rimanere in balìa di baby delinquenti che girano armati di notte a far danni. Ritengo gravissime le parole della madre del complice del killer di mio figlio. Dopo aver allevato un ‘campione’ della malavita con numerosi precedenti a carico nonostante la giovanissima età, in attesa di una nuova maternità si permette di affermare spudoratamente che la crescita dei figli è casuale, non ci sono responsabilità genitoriali. Nulla di più aberrante. La stessa cosa vale per l’assassino di Giogiò che è cresciuto da solo con la nonna nel più totale disinteresse di chi lo ha messo al mondo. Questi soggetti che non hanno requisiti genitoriali né tantomeno capacità di crescere un figlio non possono riversare sulla collettività le loro incapacità e irresponsabilità perché poi qualche anima innocente ci rimette la vita. E va chiarito che questo disastro sociale non solo causa sofferenza nelle altre famiglie ma comporta anche un costo sociale per lo Stato. Oramai le carceri non hanno più alcuna capacità rieducativa, i giovani escono più incattiviti e feroci di come entrano. Bisogna porsi il problema serio se ad un giovane che insegue modelli criminali e ricchezza materiale sia davvero utile proporre di fare il pizzaiolo o l’attore amatoriale. E se non fosse questa la strada? L’unica soluzione è prevenire sottraendo i ragazzi ai genitori criminali e incapaci di trasmettere loro i valori sani del vivere in comunità”

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