Stupri a Caivano, condannati a 9 e 10 anni tre dei sette minorenni. I legali delle vittime:”non ci sono nè vincitori nè vinti”

Due condanne a 9 anni e una a 10 anni di reclusione: pene pesanti, trattandosi di ragazzini, sono state inflitte dal giudice del tribunale per i minorenni di Napoli, Anita Polito, al termine del processo celebrato con l’abbreviato, per tre dei sette minorenni coinvolti negli abusi compiuti la scorsa estate a Caivano, in provincia di Napoli, nei confronti di due cuginette di 12 e 10 anni. Decisa anche la revoca della patria potestà.

La sentenza si discosta di poco dalle richieste avanzate dal pm Claudia De Luca il 5 luglio e si uniforma al verdetto pronunciato dal tribunale di Napoli Nord, sempre una settimana fa, nei confronti dei due maggiorenni coinvolti negli abusi, Giuseppe Varriale e Pasquale Mosca, rispettivamente condannati a 12 anni e 5 mesi e a 13 anni e 4 mesi.  Ai tre minorenni condannati gli inquirenti hanno contestato i reati “in forma commissiva”, in altri termini sarebbero gli autori materiali delle violenze. Le due cuginette, dopo essere state approcciate via social, vennero minacciate in vari modi per costringerle ad avere rapporti sessuali: bastonate, sassate, sottrazione dei cellulari e anche la minaccia di rendere pubblici gli abusi riferendoli ai loro familiari. Gli incontri e gli abusi, secondo il racconto reso dalle ragazzine, avvenivano in uno stabile abbandonato, in una zona degradata di Caivano.
Per gli altri quattro minorenni imputati per gli abusi bisognerà invece attendere invece l’autunno e in particolare che si pronunci la Consulta sui presunti profili di incostituzionalità del Decreto Caivano sollevati da vari tribunali in tutta Italia, in particolare sulla norma che prevede che le disposizioni che consentono l’applicazione della sospensione del processo con messa alla prova non si possano applicare al delitto di violenza sessuale di gruppo.


La decisione del giudice per i minori di Napoli ha provocato delusione tra gli avvocati degli imputati, che speravano in pene meno severe, trattandosi appunto di minori cresciuti in un’ambiente degradato dal punto di visita socio-educativo ed economico come quello del Parco Verde a Caivano. Giovanni Cantelli, legale del 17enne G.M., si è limitato ad annunciare “appello dopo che avremo letto le motivazioni della sentenza”.
Soddisfazione per il verdetto da parte dei legali delle vittime. “Siamo compiaciuti dell’esito raggiunto, ma non dobbiamo dimenticare che, trattandosi di imputati minorenni, non ci sono né vincitori né vinti”, ha affermato l’avvocato Clara Niola, legale della madre di una delle due cuginette (la più piccola che oggi ha 11 anni), mentre per Angelo Pisani, che assiste la mamma e il fratello della più grande delle due vittime (oggi tredicenne), “si tratta di una condanna giusta. Ma anche i ragazzi condannati – ha aggiunto il legale – sono vittime del degrado e dell’inferno delle periferie abbandonate per anni anche dalla malapolitica”.

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