Slow Wine Fair 2023, la Campania tra i protagonisti della seconda edizione
Protagonista: i territori. I volti, le mani, le storie di chi fa il vino. Organizzata da BolognaFiere, e con la direzione artistica di Slow Food, rappresenta l’incontro internazionale della Slow Wine Coalition, e riunisce ancora una volta 750 cantine selezionate da Slow Food, e operatori della filiera del vino, provenienti da 21 Paesi e da tutte le regioni italiane.
Tra questi, al 20 febbraio la commissione di assaggio della fiera ha confermato la partecipazione di 19 cantine dalla Campania, dove, secondo la guida Slow Wine 2023, l’importanza degli autoctoni nel patrimonio viticolo è in costante aumento, con un crescente interesse per i vitigni capaci di esprimere le specificità dei microterritori all’interno della regione. Accanto ai noti aglianico, piedirosso, fiano, greco e falanghina, sono state riscoperte e valorizzate uve minori, spesso sconosciute, presenti in diverse zone della regione come nel Casertano, nel Volturno, nella zona del Massico e nell’Asprinio. Anche i distretti della Costa d’Amalfi e del Vesuvio stanno puntando sugli autoctoni rari, producendo interpretazioni di rilievo di vitigni caratteristici. La Campania è nota per la produzione di vini bianchi di straordinaria complessità, con Fiano di Avellino e Greco di Tufo come punte di diamante, ma anche i bianchi da uve falanghina sono in grande spolvero. Per i vini rossi, il Taurasi rimane il massimo esponente di qualità, ma si registrano anche passi avanti nell’Irpinia Aglianico e nell’Irpinia Campi Taurasini, così come nelle denominazioni salernitane, Cilento in primis. Anche il Piedirosso e i vini rosa stanno avendo successo, con diverse interpretazioni a disposizione dei consumatori.
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