Sequestro a San Giorgio a Cremano, i pm: “Rapito dall’ex operaio della ditta di famiglia”, resta aperta la caccia ai complici
San Giorgio a Cremano – Lo hanno trascinato all’interno del furgone, gli hanno messo alla testa un sacco nero per il casco da motociclista e dopo avergli legato le mani lo hanno portato in un appartamento, all’interno di una stanza, dove è rimasto seduto per ore.
Ore infinite nel covo dei banditi, prima che la banda rinunciasse alla richiesta di sequestro (un milione e mezzo di euro), di fronte al pressing investigativo degli inquirenti. Due giorni dopo il raid di San Giorgio, ci sono alcuni punti fermi. In cella, bloccato da un fermo di pm, c’è il 24enne Antonio Pacheco Amaral de Oliveira, nato ad Amburgo il 15 settembre del 2001, vissuto a San Giorgio a Cremano ed ex dipendente di una delle attività di proprietà della famiglia del quindicenne: un autolavaggio. È accusato di sequestro di persona a scopo estorsivo, aggravato dal metodo mafioso, in concorso con soggetti non ancora identificati. Di stazza corpulenta (è alto quasi due metri), è stato riconosciuto come l’uomo che ha fisicamente prelevato lo studente di 15 anni per scaraventarlo all’interno del furgoncino bianco usato per la prima parte dell’assalto. Il sequestro è avvenuto intorno alle 7.50 di due giorni fa, mentre la trattativa per ottenere il riscatto è stata condotta via whatsapp: un primo messaggio è stato spedito alle 8.10 sull’utenza del padre, che in quel momento era in palestra e aveva pensato si trattasse di un brutto scherzo. Continuano le indagini: ieri alcuni soggetti sospettati sono stati condotti in Questura. Si tratta di alcuni soggetti legati al malaffare di Barra, si cercano riscontri sull’assalto di martedì mattina. Inchiesta condotta dalla Squadra Mobile del primo dirigente Giovanni Leuci, sotto il coordinamento del pm Henry John Woodcock
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