Santino ammazzato perchè voleva mettere pace, gli angoscianti retroscena di un assurdo omicidio. Questa sera fiaccolata a San Sebastiano per “deporre le armi”, i carabinieri fermano un 17enne di Barra

San Sebastiano al Vesuvio – La città è presidiata. Polizia municipale, carabinieri e polizia stradale  sono agli angoli di tutte le strade. La morte per un colpo di pistola in pieno petto di un ragazzo di diciannove anni, fa rumore. E dovrebbe indignare. Piazza Raffaele Capasso, in sostanza non è una piazza: è lo spazio antistante il Municipio di quella che fino a ieri era la piccola Svizzera perchè faceva convivere bene tutti: i camorristi, i faccendieri e gli industriali coi professionisti e a valle gli operai e gli impiegati. Nello slargo-piazza ci sono gli amici di Santo Romano, la promessa del calcio ammazzata l’altra notte da un ragazzino di nemmeno diciotto anni, quasi sicuramente originario di Barra, periferia napoletana a due passi da qui. Gli amici di Santo sono ragazzi perbene, hanno gli occhi rossi dalla lacrime e la voce rotta nel raccontare i fatti. Una scarpa calpestata, un litigio. Santo Romano, portiere promettente dell’Asd Micri, una realtà sportiva importante che lancia nel mondo del calcio vari campioni, interviene per mettere pace. Santino era così, vuoi l’esperienza tra i pali a “gestire” il campo, vuoi un sorriso bello e grande quanto una casa, a lui non piaceva litigare.

E l’altra notte proprio per sedare la lite che vedeva “protagonista” un suo amico reo di aver pestato il piede ad un assassino, Santino muore con un colpo di pistola al petto, esploso da un ragazzino più piccolo di lui che ferisce a un braccio anche Salvatore, l’amico di Santo Romano. Poco prima (raccontano gli amici che si sono dati appuntamento per “dare la loro versione” al deputato Francesco Emilio Borrelli, da sempre in prima linea contro la criminalità, intervenuto per portare sostegno al territorio e alla famiglia della vittima) l’assassino pare abbia minacciato con la pistola puntandogliela al viso, un altro ragazzo. LDM, queste le iniziali di un diciassettenne che da ieri pomeriggio è in stato di fermo presso la procura minorile, avrebbe anche già confessato. “Ho sparato per legittima difesa”. A smentire o a confermare tutto saranno le indagini dei carabinieri. “E’ assurdo che proprio fuori il Municipio succeda questo – dicono alcuni residenti – assurdo che una zona residenziale della città sia diventata oggetto predatorio di chiunque e guai a dirgli qualcosa a questi ragazzini. Se ti va bene ti riempiono di parolacce, se va male ti rompono l’auto o addirittura ti picchiano”.

“Senza troppa retorica è necessario forte l’intervento dello Stato – dice convinto il giovane avvocato Luca Giacon – questo è un disastro annunciato. Poco tempo fa diversi accoltellamenti, continue risse, schiamazzi rendendo la vita delle persone perbene impossibile. Non c’è da fare politica sulla morte di un ragazzino e sullo scacco in cui è tenuta un’intera comunità. Bisogna intervenire e farlo seriamente”.

“Quale piccola Svizzera, qui la sera di fronte al Municipio e alle spalle della stazione della polizia municipale, spacciano droga. Vengono da fuori, con “basi” locali e spacciano droghe leggere e su commissione anche pesanti” il commento di una signora con un negozio nei paraggi.

I ragazzi che gestiscono il bar di fronte il municipio sono bravi ragazzi e spesso chiudono prima del tempo per non avere problemi. Stessa cosa la sala scommesse vicino la banca, forse una delle poche a non permettere ai minorenni di giocare le “bollette”.

“Ci abbiamo provato, mica non ci abbiamo provato. Ad un negozio hanno rotto la serranda, ad un altro la tabella. In più occasioni abbiamo chiamato i carabinieri che spesso o non arrivano o addirittura non rispondono”. C’è sconforto anche tra i ragazzi perbene. E soprattutto mancanza di fiducia nelle istituzioni che negli anni hanno lasciato San Sebastiano al Vesuvio in preda ai criminali. A poche centinaia di metri,da dove è stato ammazzato Santino, perse la vita Paolino Avella a cui hanno dedicato premi e aule di licei.

“In questo momento chiedo a tutti di stringersi nel doveroso cordoglio alla famiglia del giovane rimasto ucciso stanotte davanti alla Casa Comunale. Non volendo usare frasi di circostanza, d’intesa con S.E. il Prefetto dott. Di Bari è stato convocato per domani un tavolo di Sicurezza ed Ordine Pubblico presso il nostro Comune, a conferma della continua vicinanza alla nostra Comunità e proficua collaborazione istituzionale. Ritengo doveroso ringraziare le forze dell’ordine che sin da subito hanno condotto le indagini investigative grazie al supporto della Polizia Municipale e dell’assessore Simeoli che hanno garantito per tutta la notte alla stazione locale dei Carabinieri la visione delle immagini di videosorveglianza utili ad individuare il colpevole. Ci sarà il tempo delle analisi e delle polemiche. Per ora aspettiamo che il criminale venga assicurato alla giustizia. Ringrazio infine i colleghi Sindaci, i rappresentanti di Città Metropolitana e Regione Campania per la vicinanza manifestata in queste ore concitate” il commento del sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Peppe Panico.

“Basta. Ci vogliono pene dure e certe per questi delinquenti. Si devono attaccare anche i genitori e pensare seriamente a un nuovo modello di politica e ordine pubblico.  E’ allarme per una deriva criminale giovanile senza freni tra Napoli e provincia. In pochi giorni sono morti un ragazzo di 15anni, a seguito di una sparatoria tra minorenni nel cuore del centro storico napoletano, e un 19enne incensurato, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio al culmine di una lite terminata a pistolettate. Emanuele e Santo sono solo le ultime due vittime, in ordine di tempo, di una mattanza senza fine che sta distruggendo la vita dei giovani campani. Santo sarebbe stato ucciso per aver calpestato la scarpa della persona sbagliata, la stessa folle dinamica che ha portato all’omicidio di Francesco Pio Maimone, a Mergellina” il commento a caldo di Francesco Emilio Borrelli, che stasera con padre Enzo Cozzolino del Santuario di San Sebastiano e Mimmo Filosa presidente Unipan ha organizzato una fiaccolata di preghiera per invitare i giovani a deporre le armi.

“Sono troppi i giovani che hanno perso la bussola, che non sanno più distinguere cosa è giusto da cosa è sbagliato. Per questi ragazzi la vita vale meno di zero, sono pronti a far del male al prossimo, senza alcun rimorso. Comportamenti criminali e violenti che stanno ‘infettando’ sempre più giovani. Nel corso di un sopralluogo all’esterno di una scuola di Secondigliano, pochi giorni fa, sono stato circondato da ragazzini che sfrecciavano in scooter senza casco, pronti ad offendermi e irretirmi, per dimostrare che loro possono tutto e la passano sempre liscia. Ci sono tre grandi problemi da affrontare: questi ragazzi non sono seguiti dalle famiglie e vengono lasciati allo sbaraglio; i loro comportamenti vengono giustificati e minimizzati dai genitori e dal contesto sociale in cui vivono, anche quando commettono reati gravissimi; a Napoli è in corso uno dei più grandi traffici d’armi d’Europa, con pistole e coltelli che finiscono anche in mano a bambini di 10, 12 o 13 anni. Serve una stretta durissima per stroncare questo traffico illecito che sta portando alla morte di tantissimi giovani. E’ sotto gli occhi di tutti la scia di sangue che questa compravendita silente di morte sta lasciando alle proprie spalle.  Bisogna intervenire con decisione per stroncare il traffico illecito di armi e porre fine a questa mattanza”. Queste le parole del deputato di Alleanza Verdi- Sinistra, Francesco Emilio Borrelli.

 

 

 

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