Regi lagni killer, la storia di Valeria che è morta due volte
Pollena Trocchia – Valeria Sodano morta nel fango senza colpevoli.Era il 21 Ottobre 2011, Valeria, una studentessa di appena 23 anni viene travolta in auto da un fiume di fango, di acqua e detriti. Era in compagnia di un’amica; le due ragazze erano di ritorno da una serata a Napoli e a causa del mal tempo decisero di lasciare la Statale del Vesuvio e proseguire il ritorno a casa attraverso le strade urbane. Una scelta sbagliata. giunte a Pollena Trocchia, in via Del Cimitero, l’ acqua scendeva con violenza, le due ragazze decisero di abbandonare l’ auto e mentre l’ amica cercava di chiedere aiuto, Valeria venne trascinata e rimase incastrata sotto la sua stessa auto. Furono inutili i soccorsi, Valeria arrivò già priva di vita alla clinica Villa Betania. Il risultato dell’ autopsia stabilì che la ragazza affogò in cinquanta centimetri d’ acqua. Seguirono sopralluoghi tecnici, soltanto un mese dopo e non prima della tragedia, fu ripulito il lagno borbonico da fango e detriti accumulatosi in decenni.Fu puntato allora ed ancora oggi, l’indice contro il Consorzio per la Bonifica dei Regi Lagni, alla quale, paghiamo tasse per bonificarli ma, sono state cementificate e divenute strade. Oggi, a un anno e quattro mesi dalla tragedia, la Procura di Nola ha deciso di archiviare le indagini sul caso. E’ stato sostenuto anche che , l’ abbandono delle campagne non più arate, rende impermeabili i terreni, moltiplicando la quantità d’ acqua che scende a valle.E’ sulla base di questi elementi che la famiglia si oppone alla richiesta del pm e, non riesce a capire le motivazioni che hanno indotto la Procura a, fare questo passo indietro. Non mollano, lo fanno per Valeria ma, soprattutto perchè ciò che è successo alla loro figlia..non accada anche ad altri. Il legale dei Sodano, Umberto Guarino, insiste:” Siamo convinti che ci siano delle responsabilità e che vadano individuate, per cui presenteremo istanza di opposizione in attesa di conoscere le motivazioni della richiesta di archiviazione”.
Margherita Manno
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