Coalizioni unite nella battaglia contro il commissario prefettizio Roberto Esposito: accusato dai candidati sindaco Giovanni Erra (M5s), Riccardo Russo (Movimento Rinascita Portici) e Salvatore Iacomino (Sinistra Italiana), di condizionare, con atti pubblici, il futuro politico della città; e di pregiudicare l’esercizio democratico del diritto di voto, favorendo lo schieramento politico capeggiato dal Pd e dal senatore Enzo Cuomo, in vista delle prossime elezioni amministrative.
A finire nel vortice delle accuse degli aspiranti primo cittadino, durante una conferenza congiunta tra diverse fazioni politiche, il possibile affidamento, senza bandi di gara, di Villa Fernandes; il nuovo accordo per la gestione di Villa Mascolo; la vicenda della palazzina del Mercato Coperto destinata all’Asl; il conferimento di incarichi a fratelli di candidati al consiglio comunale; l’approvazione del PUC; l’esternalizzazione di alcuni servizi e la mancata revoca della piscina comunale alla ditta, i cui vertici oggi sono sotto indagine per un presunto “patto” tra gli esponenti di una nota famiglia imprenditoriale e politica dell’hinterland, quella dei Cesaro, e il clan camorristico dei Polverino.
“Quest’oggi siamo qui perché – ha detto il candidato sindaco per il CentroSinistra Salvatore Iacomino – uniti da un elemento fondamentale: il rispetto democratico delle regole. Oggi possiamo tranquillamente dire che queste elezioni sono truccate da una guida “CUOMmissariale” che preclude, con una serie di atti, un’attuazione del programma politico che le varie coalizioni vorrebbero portare avanti in caso di vittoria alle urne. Oggi siamo qui perchè dobbiamo dire basta a queste azioni. Emergono preoccupanti elementi dagli atti pubblici, approvati da questo commissario. Dagli incarichi conferiti a fratelli di candidati, fino a incarichi di restauro affidati, come nel recente caso di Villa Mascolo, agli uomini presenti in liste e partiti politici di una determinata coalizione; dall’espropriazione della pianificazione urbanistica della città, attraverso l’approvazione del PUC; ad alcune e strane delocalizzazioni di palazzi sul territorio; dalla vicenda “Ciro a Mare”, in cui si assiste al passaggio da un tipo di Camorra all’altra; fino all’esternalizzazione dei tributi e la mancata revoca di concessione ad impianti sportivi comunali. In questa città è in discussione la libertà di ciascuno di noi”
A sostenere le accuse del leader di Sinistra italiana anche il candidato sindaco Giovanni Erra (M5s): “Oggi andava fatto un passaggio forte assieme alle altre coalizioni per lanciare un messaggio chiaro: le elezioni, in questa città, non sono già terminate, come lascia intendere qualcuno, ma si devono ancora svolgere. Chiediamo con forza al commissario prefettizio di darci spiegazioni su alcune scelte e atti approvati di recente. Noi del M5s per primi, 6 mesi fa, segnalammo la strana presenza del Senatore Cuomo, poi candidatosi nuovamente a sindaco della città, durante una riunione tra i vertici dell’Asl e il viceprefetto Esposito. Strana presenza dato che a quel tavolo non era stata invitata alcuna forza politica cittadina. Io mi chiedo come un commissario di governo, che dovrebbe essere garante dell’interesse generale, perché al di sopra delle parti, decida di approvare il PUC, piuttosto che revocare la concessione della piscina comunale. Bisogna denunciare il clima di terrore, paura e omertà che aleggia in città con commercianti intimiditi per il sostegno elettorale e/o minacciati per una loro candidatura“.
Non solo “grillini” e “iacomini”, anche l’avvocato Riccardo Russo, promotore del movimento “Rinascita Portici” si è scagliato contro l’operato del viceprefetto Esposito: “Ritengo che quando un comune sia stato sciolto per questioni politiche, un commissario prefettizio dovrebbe rimarcare la sua presenza in città non con atti straordinari ma perseguendo l’ordinaria amministrazione. L’affidamento di Villa Mascolo, ad esempio, risulta essere una offesa grave ai cittadini porticesi che voteranno un programma politico e che vorrebbero attuato dalla forza politica chiamata a governare la città. Bisogna rispettare i programmi. Io prometto, nel caso in cui fossi chiamato ad amministrare la città, di andare a rivedere tutti questi atti sospetti, appigliandomi ai cavilli pur di revocarli in autotutela.”
Dario Striano
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.