“Tentativi di strumentalizzazione“: commenta così il commissario prefettizio, attraverso una nota stampa diramata ai media, le recenti accuse lanciate da ben tre coalizioni politiche, protagoniste del voto amministrativo del prossimo 11 Giugno.
Roberto Esposito, viceprefetto incaricato di traghettare Portici al voto fino all’imminente appuntamento elettorale, chiarisce la questione Ciro a Mare, oggetto, la scorsa settimana, tra l’altro, di una interrogazione da parte dei parlamentari di Sinistra Italiana, e la questione riguardante la concessione della Piscina Comunale; ma non entra nel merito di altre questioni sollevate dalle forze politiche, durante questa campagna elettorale: quali il possibile affidamento senza bandi di gara di Villa Fernandes (anche questa oggetto di ben due interrogazioni parlamentari); il progetto di restauro di Villa Mascolo assegnato ad un candidato alle prossime amministrative tra le fila del superasse messo sù dal Pd locale; l’approvazione del PUC e la delocalizzazione di un palazzo da Via Paladino a Via Diaz; e il conferimento di incarichi a fratelli di candidati nella coalizione capeggiata dal Partito Democratico e dal Senatore Enzo Cuomo.
Le “difesa” del commissario comincia dalla mancata revoca della concessione della piscina comunale alla ditta, i cui vertici, i fratelli Cesaro, Raffaele e Aniello (fratelli del più noto Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli), sono oggi sotto inchiesta e in carcere per l’accusa di aver stretto un “patto con un clan camorristico Polverino per orientare l’aggiudicazione di appalti con intimidazioni mafiose e reimpiego delle ingenti risorse economiche provenienti dai traffici illeciti del clan”. Revoca che era stata consigliata persino dall’Avvocatura del Comune:
“Duole rilevare – spiega il commissario Esposito – che a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale, questa gestione commissariale ed i dirigenti dell’ente sono oggetto di continui attacchi strumentali, in particolare in ordine a due delicate vicende all’attenzione dell’Amministrazione, entrambe caratterizzate da anni di ritardi connessi alle passate amministrazioni. Sulla vicenda legata alla concessione della piscina comunale, senza voler entrare nel merito delle notizie stampa relative a vicende giudiziarie che hanno interessato la società Aquilsport, è bene chiarire che l’A.C. ha da tempo attivato tutte le procedure volte a verificare la legittima prosecuzione del rapporto concessorio, all’esito delle quali saranno tempestivamente adottati i provvedimenti di legge“.
Diversa, invece, la situazione per quanto riguarda Ciro a Mare, il ristorante chiuso per Camorra, ben 8 anni fa, e mai più riaperto, nonostante i contatti stretti avuti tra le varie amministrazioni comunali e gestioni commissariali con i titolari dell’attività, vessati in passato dal Racket e dall’usura da parte della criminalità organizzata locale. La mancata riapertura del bene è finita sotto i riflettori mediatici la scorsa settimana a seguito di un servizio, a cura del Tg3, in cui Raffaele Rossi, titolare dell’esercizio commerciale, ora divenuto ecomostro e sito nel molo borbonico del Granatello, l’attivissimo prete antiracket Padre Giorgio Pisano, e Don Ciotti di Libera contro le Mafie, hanno rivelato che i contatti con l’amministrazione si sarebbero interrotti perchè i dirigenti comunali, su presunte pressioni politiche, si sarebbero rifiutati di firmare i documenti, nonostante fosse tutto pronto per la riapertura:
“Sulla vicenda Ciro a Mare, – continua il viceprefetto – anche questa costellata da ritardi nella definizione legati alla complessa articolazione del rapporto, occorre chiarire una volta per tutte che, in pendenza del contenzioso tributario volto all’accertamento definitivo dei debiti della società proprietaria verso l’erario, non è possibile definire la cessione immobiliare stanti i vincoli di legge in tal senso, assolutamente insormontabili allo stato. Senza dimenticare che pende anche a giudizio civile attivato dalla società, volto all’accertamento dell’usucapione. Evidente, dunque, che ogni tentativo di strumentalizzazione di tali vicende, ogni lettura in chiave politica-elettorale, ogni proditorio attacco alla gestione commissariale ed alla dirigenza comunale risulta frutto di sterile polemica politica nella quale questa Amministrazione non può e non intende entrare“.
Non entra nel merito delle presunte pressioni politiche che avrebbero spinto i dirigenti alla mancata firma degli atti necessari alla riapertura, finite oggetto di una interrogazione parlamentare da parte dei Senatori di Sinistra italiana, grazie alla segnalazione di due esponenti della lista demA; così come non entra nel merito delle questioni relative al progetto di restauro di Villa Mascolo; all’approvazione del PUC e alla possibile assegnazione di Villa Fernandes senza alcun bando di gara, finita anch’essa oggetto di ben due interrogazioni parlamentari, prima da parte dei parlamentari di SI, e poi da parte dell’ex sindaco di Ercolano, componente tra l’altro della Commissione Antimafia, Luisa Bossa, sollecitata da un attivista locale di Articolo Uno.
Dario Striano
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.