Si torna a discutere della gestione della piscina comunale a Portici. E’ stato, infatti, uno degli argomenti più dibattuti della campagna elettorale delle scorse amministrative; più volte, persino, terreno di scontro (clicca per leggere) tra gli ex sindaci Cuomo (che il primo cittadino è tornato a farlo, eletto dal 70% dei porticesi) e Leopoldo Spedaliere (che, candidato in MdP non è riuscito ad ottenere il seggio in assise). Un intervento del consigliere Alessandro Fimiani, leader di Democratici e Popolari, lista vicina al consigliere regionale del Pd Mario Casillo, riaccende i riflettori su una spinosa e quantomeno discussa vicenda.
La Commissione Assetto del Territorio di ieri, alla presenza dei consiglieri Enzo Ruffino (Pd) e Mario Scognamiglio (Rda), ha infatti richiesto chiarimenti sulla gestione della piscina comunale, i cui vertici, i fratelli Cesaro, Raffaele e Aniello (fratelli del più noto Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli), risultano indagati in un’inchiesta con l’accusa di aver stretto un “patto con un clan camorristico Polverino per orientare l’aggiudicazione di appalti con intimidazioni mafiose e reimpiego delle ingenti risorse economiche provenienti dai traffici illeciti del clan. “La commissione – agli atti della commissione – chiede la nota trasmessa dal credito sportivo relativa ad una morosità non sanata da parte della società concessionaria della piscina comunale e chiede di sapere la posizione dell’attuale amministrazione relativa a tale procedura ed eventuali pareri richiesti dall’ente all’Ufficio avvocatura“.
Già nei mesi scorsi la questione dell’affidamento della piscina comunale era finita sotto i riflettori mediatici. A finire nel vortice delle accuse delle varie forze politiche avverse, però, alla coalizione di Cuomo, la fidejussione a garanzia da parte del Comune (guidato dall’allora sindaco Enzo Cuomo), di all’incirca 3 milioni di euro, con cui la ditta Aquilsport srl, nel 2005, accedeva ad un mutuo di 15 anni al Credito Sportivo. Fidejussione che, stando alle accuse da parte dell’attuale opposizione, oggi potrebbe ripercuotersi sulle già esigue casse comunali dato che la stessa AquilSport non avrebbe versato al Comune i canoni di concessione e, al Credito Sportivo, numerose rate del mutuo: per un totale di all’incirca 2 milioni 700 mila euro di debiti.
Le critiche così incalzanti in campagna elettorale avevano spinto l’allora commissario prefettizio Esposito, più volte accusato di aver favorito, con alcuni atti “sospetti”, la coalizione guidata dal Pd, a rispondere con un comunicato stampa con cui annunciava che l’A.C. aveva da tempo attivato tutte le procedure volte a verificare la legittima prosecuzione del rapporto concessorio, all’esito delle quali sarerebbero stati tempestivamente adottati i provvedimenti di legge. (clicca per leggere)
A distanza di quasi 5 mesi dal voto dell’11 Giugno e dalla stessa campagna elettorale, però, gli stessi consiglieri di maggioranza non hanno evidentemente avuto notizie sulla vicenda. Da qui, la richiesta della Commissione Assetto del Territorio di ieri.
Dario Striano
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