Portici: risolto il problema di una fogna a Via Dalbono

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L’amministrazione comunale, nella mattinata di Martedì 10 Giugno, ha finalmente risolto il problema di una fogna a Via Dalbono.

LA RABBIA DEI RESIDENTI.Nella “Portici di serie B”, quella di edilizia popolare, lontana dalla movida della costa e dalla vita frenetica del Centro cittadino, la presenza, nei pressi di un tombino, di una pozza d’acqua putrida e maleodorante, ha reso, per mesi, impraticabile un’area delle palazzine di Via Dalbono, scaturendo la rabbia dei residenti della zona: “Siamo preoccupati per i nostri bambini- ha commentato così una residente della zona- che ogni giorno giocano a due passi da questa fogna. Sono mesi che abbiamo segnalato a vigili, protezione civile e amministrazione comunale la situazione, ma mai è stato fatto niente per risolvere il problema”.

L’INTERVENTO DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE. Dopo le lamentele dei cittadini e le numerose segnalazioni giunte all’Amministrazione comunale, il consigliere Alessandro Fimiani, in piena sinergia con l’Assessore all’Urbanistica, Stefania Caiazzo, si è adoperato per risolvere il problema della fogna di Via Dalbono: “Appena sono stato informato della situazione, ho provveduto a porre un rimedio.- ha detto il consigliere comunale Alessandro FimianiDa programma elettorale abbiamo sempre sostenuto di voler dare attenzione alla periferia cittadina, abbandonata al degrado da diversi anni. E così questa mattina, il tombino, sebbene il compito non fosse del comune, è stato spurgato. Ringrazio il tempestivo aiuto dell’Assessora Stefania Caiazzo“.

L’intervento di questa mattina– ha detto l’Assessore Stefania Caiazzonon era sicuramente di competenza del Comune, ciò dimostra che questa Amministrazione comunale è attenta alle esigenze di tutti i cittadini

IL DEGRADO DELLA PERIFERIA DI PORTICI. Negli scorsi mesi, noi de L’Ora Vesuviana abbiamo riportato e descritto i disagi  che vivono i residenti della zona delle palazzine popolari di via Dalbono.

Piccoli bungalow con tetti in amianto deteriorato, prima occupati abusivamente, e adesso abbandonati da circa due anni, divenuti ormai ritrovo di tossicodipendenti e spacciatori della zona, stazionano alle spalle dei palazzoni di edilizia popolare, circondati da spazi verdi incolti, e spesso colmi di rifiuti vari. L’interno delle abitazioni riflette il brutto aspetto dell’ambiente esterno: “Viviamo in condizioni disumane– dicono le famiglie dell’isolato 6A e 7Bis- In case con muri di muffa, e con balconi pericolanti. Le infiltrazioni d’acqua spesso raggiungono i nostri lampadari, provocando corti circuiti e black-out che ci privano della luce artificiale per diversi giorni. I pavimenti si alzano giorno dopo giorno, sempre di più. Spesso ci siamo ritrovati le case allagate, anche dalle nostre feci. Cosa aspettano ad intervenire?! Che scappi il morto?! Che le nostre case siano completamente invase da topi e scarafaggi?! Non ne possiamo davvero più”.

E vien da chiedersi: come è possibile che in una città di soli quattro km quadrati (di cui due occupati dalla superficie del bosco di Portici) esistano ancora luoghi di periferia, abbandonati al più totale degrado.

Dario Striano

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