Una interrogazione parlamentare per cercare di fare luce sulla mancata riapertura del Ristorante Ciro a Mare di Portici. A presentarla il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella, dopo la segnalazione di due cittadini, Patrizia Perrone e Giuseppe Graziano, attivisti demA.
Durante un servizio del Tg3 di pochi giorni fa, il proprietario dello storico ristorante chiuso per Camorra 8 anni fa, Raffaele Rossi, l’attivissimo prete antiracket, Padre Giorgio Pisano, e Don Ciotti di Libera contro le Mafie hanno raccontato di contatti, in questi 6 mesi, con l’amministrazione comunale e con l’attuale commissario Roberto Esposito per la riapertura dell’attività sita nel molo del Granatello. Contatti che si sarebbero interrotti perchè i dirigenti comunali, su presunte pressioni politiche, si sarebbero rifiutati di firmare i documenti, nonostante fosse tutto pronto per la riapertura.
“Don Ciotti di Libera e Raffele Rossi raccontano di pressioni sui funzionari da parte di un politico, perché l’area che comprende il terreno dove dovrebbe essere ricostruito il ristorante Ciro a Mare sarebbe stata destinata ad altri per farci un porto turistico da 450 posti barca”- ha spiegato il Senatore. “A pochi giorni dalla commemorazione del sacrificio di Giovanni Falcone, imprenditori coraggiosi che non si sono piegati al pizzo e che hanno per questo pagato in prima persona, sembrano essere puniti doppiamente, questa volta dalle istituzioni. Un segnale davvero grave, che delegittima l’impegno contro la criminalità organizzata. Ma su questo fronte lo stato non può permettersi di dire solo belle parole”.
Nei giorni successivi alla messa in onda del servizio in Rai, la famiglia Rossi, aveva immediatamente trasmesso una nota alla Stampa, sottolineando che nessuno fosse autorizzato a rilasciare dichiarazione in merito alle trattative in corso con le istituzioni, dato il periodo di campagna elettorale: “Nel ringraziare – spiegano nel comunicato – tutti coloro che in questi anni si sono adoperati per agevolare la definizione della vertenza in atto, la famiglia ribadisce che si sono accumulati evidenti ritardi nel trovare una soluzione praticabile proprio per la complessità della vicenda. Nonostante tutto continuiamo a confermare la nostra piena fiducia nell’Ente con il quale è in stato avanzato la trattativa per l’acquisizione del suolo pubblico. Vista, dunque, la delicatezza del omento e la concomitanza del periodo elettorale, invitiamo tutti al rispettoso silenzio“. “Vogliamo andare a fondo sulla vicenda, – ha detto ai nostri taccuini Tiziana Rossi – ma non è questo il momento e il modo. Scoveremo i colpevoli delle pressioni a modo nostro e non attraverso le strumentalizzazioni dei candidati in campagna elettorale“.
Dario Striano
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