ERA UNA BOMBA A OROLOGERIA – I Pm Stella Castaldo, Vincenzo Toscano e Simona Di Monte firmano l’arresto per Pasquale Punzo, si cerca un complice

Samuel Tafciu, Sara e Aurora Esposito sono morti perché senza nessuna preparazione, stavano producendo Kobra e Rambo, i candelotti che si vendono abusivamente sulle bancarelle prima di Natale. Inizialmente dovevano solo confezionarli, in sostanza etichettarli.  Poi in quella fabbrica-fantasma di Ercolano in contrada Patacca, si è  iniziato a produrre ordigni esplosivi, nonostante i tre operai non avessero alcuna formazione specifica.

Lo hanno scritto gli artificieri che hanno visionato la casa in cui erano presenti  trecento chili di perclorato di potassio e di alluminio, oltre a 50 chili di altre miscele esplosive. Una polveriera che Pasquale Punzo aveva usato come suo core business, al punto da organizzare una squadretta di ragazzi bisognosi di lavorare, a cui nessuno aveva mai insegnato nulla di polvere da sparo e senza nessun tipo di contratto li aveva chiusi in quella bomba ad orologeria. Dieci giorni fa la bomba è esplosa e Pasquale Punzo, il titolare della fabbrica che non c’è si è reso irreperibile, fornendo la residenza presso una baracca (si indagherà anche su questo) fino a ieri sera tardi quando i magistrati che indagano sulla morte dei tre ragazzi nell’esplosione della casa-bomba (pm Stella Castaldo, Vincenzo Toscano e dell’aggiunto Simona Di Monte) ne hanno ordinato il fermo in carcere.  Gli inquirenti, sono riusciti a scalfire quel muro di omertà: verbali su verbali di testimonianze dei vicini di casa che raccontano il “via vai” di Pasquale, i ragazzi che andavano a lavorare e la presenza di un fantomatico “Enzuccio”, uno che pare facesse paura perché legato alla camorra di Ponticelli. Vai a capire quale…

Il tris d’assi della Procura ha già acquisito elementi utili per un identikit e a stretto giro potrebbe già essere fermato qualcuno. A parte i presunti legami con la malavita organizzata, a “Enzuccio” era dato il compito di approvvigionare la fabbrica di materiale. Pasquale Punzo (difeso dall’avvocato Domenico Scarpone) è indagato assieme alla moglie (che resta a piede libero) per detenzione di materiale esplosivo, un vero arsenale, per caporalato e  una serie di altri reati che potrebbero arrivare alla strage.

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