“Piantiamo resilienza”, l’orto dei ragazzi che non si arrendono: ecco i ragazzi specialissimi guidati a distanza da operatori dell’associazione ‘Fuori dal seminato’
Non si ferma la natura, non si ferma l’amore. Non si ferma l’impegno dei volontari dell’associazione ‘Fuori dal seminato’. Quando sbocceranno, secondo i tempi stabiliti dalla natura, saranno come dei figli dell’amore ai tempi del coronavirus. Un amore particolare, quello che combina il legame instauratosi tra gli operatori che hanno dato vita a un orto sociale ‘sinergico’, in questi tempi trasformatosi in un orto virtuale, i ragazzi disabili coinvolti nel progetto e anche diversi loro genitori. L’attività che vedeva impegnati i giovani in un pezzo di terra alle spalle di un centro di riabilitazione a Pompei e che già l’anno scorso ha portato alla produzione di spezie ed aromi si è per forza di cose bloccata in questa primavera così complicata. Ma la forza d’animo di tutti gli attori di ‘Piantiamo’ non è venuta meno. Così, a cadenza settimanale, in videochiamata, ecco che vengono messi a dimora in vasi, contenitori di plastica o scatole di uova, piantine di ortaggi vari. Si è cominciato con la semina di fagioli e si sta continuando ora con un riutilizzo di scarti di insalata, cipolla e carote quasi un simbolico messaggio a chi ritiene la diversità un handicap. Manca la vicinanza fisica, gli abbracci, le pacche sulle spalle, una carezza sulla guancia ma la distanza sembra annullarsi grazie agli sguardi sugli schermi dei telefonini che si avvicinano fin quasi a toccarsi nonostante i chilometri che separano i vari partecipanti al progetto. Il progetto ‘Piantiamo Resilienza’ nasce da un’esperienza pluriennale portata avanti dall’associazione ‘Fuori dal Seminato’, nata a Portici ma operante in tutto il territorio vesuviano, in sinergia con il Centro medico riabilitativo Pompei, con l’associazione di commercio equosolidale Le Tribù di Torre del Greco e con l’Associazione napoletana Teseo. Con il progetto Piantiamo, da oltre tre anni, un gruppo di ragazzi disabili con quadri clinici diversi (dall’autismo alla sindrome di Down) si prende cura di un orto sinergico in uno spazio adiacente al Centro Medico e con la guida dei formatori dell’associazione Fuori dal Seminato: Linda, Lucio, Marina, Mirko, Roberto, Sandra. Ma guai a chiamarla ortoterapia! Sebbene le attività siano svolte in un ambiente protetto, a ridosso del Centro presso cui la maggior parte dei ragazzi segue da anni un percorso di riabilitazione e inclusione, la scelta è stata quella di non avere alcun presidio di terapisti e personale medico nell’orto. Approccio volto dunque non a fare terapia, ma a trasferire competenze e abilità e a creare spazi di socialità. Piantiamo, che nella scorsa annualità ha goduto del sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, si propone dunque come opportunità formativa e auspicabilmente di inserimento lavorativo: i ragazzi coltivano l’orto, ne raccolgono i frutti e realizzano infusi e tisane casalinghi essiccando e confezionando le erbe officinali coltivate. Inoltre, documentano il proprio percorso ogni anno attraverso video e girati che l’anno scorso hanno visto la realizzazione di un cortometraggio proiettato al Cinefestival Moviemmece. Il progetto ha regalato e continuerà a regalare grandi emozioni, ma, come tutto il resto, è congelato in attesa del superamento dell’attuale crisi sanitaria. Ma se il primo dei buoni frutti dell’orto sinergico è stato il gruppo e la capacità dei ragazzi di instaurare relazioni e cooperazioni tra loro e con i formatori, il progetto non poteva semplicemente essere rimandato a data da destinarsi. E’ così che l’associazione ha progettato Piantiamo Resilienza, uno spin off del progetto originale: un percorso di formazione a distanza e uno strumento per continuare a coltivare relazioni e, perché no, orti casalinghi e buone pratiche ecologiche. Ogni settimana i ragazzi, quando necessario con l’ausilio dei genitori, si collegano ad una piattaforma online in cui trovano ad aspettarli i loro compagni di squadra. Vengono guidati passo passo in esperimenti di germinazione, di produzione di piante ortive a partire dagli scarti alimentari o in piccoli progetti di ‘permacultura’, agricoltura sostenibile, e coltivazione ‘verticale’. Nel corso della settimana, ciascuno porta avanti il progetto intrapreso a casa propria, per poi ritrovarsi ancora nel gruppo a condividere l’esperienza fatta e intraprendere un nuovo esperimento in diretta, insieme agli altri. Resilienza è la capacità di adattarsi agli scenari mutati, alle difficoltà e agli eventi traumatici in maniera positiva, flessibile ma fedele alla propria visione. Per chi semina sogni non c’è che questa strada.
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