Paola Nugnes: lascio il M5S, “non c’è democrazia interna”. La replica di Di Maio: “Si dimetta da senatrice”
«Bisogna prenderne atto: il M5S di Di Maio, quello al governo, non è il movimento di cui parla Grillo». Il garante del M5S difende «un movimento che esiste forse ancora nel Paese, nell’immaginario di tanti. Diciamo un movimento che sopravvive ancora tra molti attivisti, tra tanti portavoce ai vari livelli istituzionali, ma non al governo e neppure tra i parlamentari, se non in forma marginale». Così Paola Nugnes, senatrice del M5S, in un’intervista al Foglio. «Io credo che questo M5S abbia fagocitato completamente l’altro, quello originario: e chi non voleva che ciò accadesse, e che per questo fino a ieri si opponeva, a questo punto deve prenderne atto», afferma Nugnes. Adesso, spiega, «sto cercando una via d’uscita, una soluzione che ancora non so esattamente quale sarà. Così non posso andare avanti. Altri forse continueranno sulla ruota del criceto dentro la gabbia ancora un pò. Io no». Le parole scritte ieri da Grillo sulla necessità di ricominciare dall’inizio «non si conciliano» con quanto lo stesso Grillo ha scritto dieci giorni fa per spronare Di Maio a proseguire la sua battaglia, osserva Nugnes. «Così come non sono conciliabili lo statuto del M5S 2009 e quello del 2017. Anzi, confliggono. E provare a fare conciliare cose che tra loro confliggono, significa mistificare la realtà», conclude.
«Il giro di boa di un anno di governo devo constatare che qualsiasi critica costruttiva è diventata impossibile. Ogni aspetto della vita del Movimento, dentro e fuori dal Parlamento, è sottoposto alla volontà del capo politico e per questo, dopo più di dieci anni, lascio i 5 Stelle». Lo dice la senatrice Paola Nugnes in un’intervista al Manifesto. «Tutti i problemi derivano dalla torsione imposta nel 2017, con la delega in bianco al capo politico. Inclusa la perdita di 6 milioni di voti nell’abbraccio con la Lega». Nugnes spiega che andrà nel Misto. «Andrò tra gli indipendenti, se non riuscirò a incidere darò le dimissioni». «È giusto rimanere a lottare anche per bloccare le ipotesi di riforma dello stesso Parlamento. Riduzione nel numero degli eletti e del loro stipendio, a fronte di nessuna modifica per i ministeri significa rafforzare l’esecutivo a scapito del legislativo e della rappresentanza popolare. È una svolta autoritaria, funzionale anche a certe politiche che pure abbiamo sempre avversato, come sacrificare l’ambiente per progetti come il Tap».
Di Maio replica con un duro post su Facebook: «Leggo che la senatrice Nugnesvuole lasciare il M5s anche perché reputa la legge che taglia 345 parlamentari, una legge anti democratica. Se si vuole tradire una promessa, bisognerebbe dimettersi non passare al misto».
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