OMICIDIO DI 2 RAPINATORI AD ERCOLANO: ECCO L’INTERA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA (CON VIDEO E GALLERIA FOTOGRAFICA)

Mezzogiorno di fuoco ad Ercolano, a Via Viola, traversa del corso Resina non distante dagli Scavi. Il rumore degli spari, 6 bussoli sul selciato sparati da una calibro 9 e i corpi esanimi, distanti tre metri l’uno dall’altro, di Luigi Tedeschi e Bruno Petrone: i pregiudicati che nella mattinata di Mercoledì 7 Ottobre hanno “tallonato” il commerciante di gioielli all’ingrosso Giuseppe Castaldo, tentando di sottrargli i 5 mila euro appena prelevati dal Banco di Napoli di Via IV Novembre. Un “filo di banca” finito male per la reazione del “gioielliere”, ora indagato per omicidio colposo per eccesso di legittima difesa, per aver “freddato”, dopo esser stato aggredito e minacciato con una pistola alla tempia, i due rapinatori con diversi colpi di pistola.

Luigi Tedeschi, 53 anni, uno dei rapinatori
Luigi Tedeschi, 53 anni, uno dei rapinatori

IL FATTO. Giuseppe Castaldo, rappresentante di preziosi, dopo aver prelevato il contante alla banca, si reca a piedi, accompagnato da un amico, al deposito di bibite di Via Viola, in cui è solito parcheggiare la macchina quando deve sbrigare commissioni e operazioni finanziarie su Corso Resina. Viene inseguito e minacciato da due rapinatori, uno proveniente dalla Periferia Nord di Napoli, l’altro dal quartiere Sanità, che, puntandogli la pistola, poi scopertasi di scena, alla tempia gli sottraggono 5 mila euro. A quel punto, il commerciante, con regolare porto d’armi, rinnovatogli qualche mese prima, spara 6 colpi di pistola che ammazzano sul colpo i due banditi. Sopraggiungono, prontamente, i carabinieri della locale tenenza che riescono, in pochi minuti, a bloccare la strada e impedire l’accesso ai vari cittadini e curiosi riversatisi in strada.

La rabbia dei familiari di Luigi Tedeschi, 53 anni, uno dei rapinatori
La rabbia dei familiari di Luigi Tedeschi, 53 anni, uno dei rapinatori

I FAMILIARI DI LUIGI TEDESCHI. Sulla scena del crimine, dopo più di un’ora, arrivano anche i familiari di Luigi Parente. Le urla di disperazione, il tentativo di forzare il cordone di sicurezza fatto dai carabinieri, e le braccia congiunte in testa per la rabbia, anticipano le dichiarazioni a stampa e media di madre e figlio: “Doveva pagare con il carcere, non con la morte“- grida la moglie -“La colpa è dello Stato che non dà lavoro e spinge la gente a questi gesti“- e ancora -“Hai”inguaiato” non solo la nostra vita, adesso anche la tua – rivolgendosi al commerciante – Adesso, dovrai pagare anche tu“.

Più violenta, invece, la reazione del figlio diciottenne, che dopo aver sottratto i microfoni ai media e minacciato azioni di forza, ribadisce la volontà di voler andare via dall’Italia

Omicidio a due passi dagli Scavi di Ercolano
Omicidio a due passi dagli Scavi di Ercolano

LE REAZIONI DELLA POLITICA. A due passi dagli Scavi archeologici, dall’Hotel Miglio d’Oro, dove si è appena conclusa una riunione per “Ercolano Capitale della Cultura“, spunta il sindaco Ciro Buonajuto, ancora all’oscuro di tutta la dinamica dei fatti. Per il primo cittadino ercolanese l’episodio non interferisce sulla corsa al premio organizzata dal Mibact, sebbene nel programma stillato per Ercolano capitale ci sia una sezione riguardante la Legalità e la Sicurezza. I turisti che sugli autobus scattano foto ai cadaveri nel deposito, prima della chiusura al traffico di Via Viola, rappresentano forse la triste cartolina di una mattinata “nera” per il comune Vesuviano

Ercolano non è il far-west. – scrive su Facebook, Ciro Buonajuto- Ercolano è la città che con l’unione di cittadini, forze dell’ordine e istituzioni è riuscita a mettere la camorra all’angolo e a mandare in galera boss e affiliati dei clan che operavano su questo territorio. Le indagini devono fare il proprio corso e ricostruire la dinamica dei fatti, ma già da ora mi sento di dire che oggi Ercolano è stata vittima, e non solo scenario, di un terribile episodio di cronaca. Fenomeni di criminalità sono da tempo in aumento a Napoli ed ora stanno giungendo anche in provincia. Una soluzione per arginare questo fenomeno che parte dal capoluogo va trovata e va trovata in fretta. Per la sicurezza dei nostri figli, di tutti i residenti e delle migliaia di persone perbene che ogni giorno visitano la nostra città“.

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Interviene anche Matteo Salvini con uno stato su Facebook, poi controbattuto dal primo cittadino ercolanese; e la sera stessa l’ex consigliere Aniello Iacomino, sulle reti Mediaset, lamenta l’assenza di un controllo costante di forze dell’ordine sul territorio vesuviano.

Via Viola, carabinieri
Via Viola, carabinieri

L’INTERROGATORIO. Giuseppe Castaldo viene portato in tenenza per l’interrogatorio. Sostiene di essere la vittima e non il carnefice; “di aver sparato per legittima difesa“.- come ribadisce il suo legale l’avv. Maurizio Capozzo – In oltre quattro ore risponde a tutte le domande degli inquirenti, chiarendo la sua posizione sulla vicenda su cui vi sono ancora diversi lati oscuri: “La rapina è stata parzialmente consumata. I rapinatori non se ne stavano andando – ribadisce il legale del commerciante – Ci sono numerose testimonianze a favore della versione del mio assistito che, sia chiaro, è la vittima di questo episodio“.

Secondo quanto ricostruito dall’interrogatorio l’arma di uno dei due banditi si sarebbe inceppata (una pistola di scena, quelle usate per i film) proprio mentre uno dei due gli sfilava il portafogli. In quel preciso istante Castaldo avrebbe impugnato la sua pistola e avrebbe sparato contro i rapinatori, uccidendo entrambi. Ha un regolare porto d’armi dal 1975 il commerciante, ma non ha mai utilizzato la pistola se non nel poligono di tiro per il rinnovo della “licenza”. Adesso è indagato per duplice omicidio colposo per accesso di legittima difesa. Agli organi inquirenti il compito di proseguire con le indagini e fare luce su questa buia vicenda per la città di Ercolano.

Dario Striano

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