Omar Jerez, il viaggio a Napoli e la nascita de “Il Corriere della Camorra”, arte e non solo per raccontare (un pezzo) di città
“Attraverso l’arte abbiamo la possibilità di dimostrare che c’è qualcosa di più forte della camorra”. Parole di Omar Jerez, l’artista spagnolo creatore de “Il Corriere della Camorra”, un fanta-quotidiano scritto dal punto di vista della criminalità organizzata e distribuito nella zona più caotica di Napoli, Piazza Garibaldi.
In un talk faccia a faccia all’Accademia di Belle Arti di Napoli è proprio l’artista spagnolo a raccontare a studenti e appassionati la sua ultima performance. Protagonista è la città stessa, tanto affollata quanto silenziosa. “Tra tutte le mie performance – continua Jerez – questa è stata sicuramente quella in cui ho avvertito più paura”. Nella mattina del 4 marzo, Omar si posiziona in piazza distribuendo ai passanti le 6mila copie de “Il Corriere della Camorra”. Le reazioni tra la gente sono diverse: c’è chi lo legge con entusiasmo, chi ci scherza su, chi lo accoglie con diffidenza ed infine chi lo getta via. “Durante la distribuzione – continua Omar – avvertivo un silenzio tagliente, sinonimo di un’omertà diffusa. Una sensazione che mi spaventa persino più della Camorra stessa”. Una performance, quella di Jerez, che non è una provocazione bensì una riflessione: “L’arte diventa utile nel momento in cui provoca un’eco nel mondo. Omar, con il suo lavoro, ha superato le barriere del silenzio”. Parole di Rino Squillante, docente di Pittura e Tecniche Extramediali all’Accademia di Belle Arti di Napoli e principale organizzatore dell’evento. L’unico numero de “Il Corriere della Camorra” apre con un’intervista al finto boss e maggiore azionista del giornale: Don Vincenzo Renzi. Poi prosegue con le parole di una madre al figlio in carcere da “uomo d’onore” e si conclude con un ironico listino prezzi dei servizi offerti dalla Camorra. Si parte da una “minaccia semplice” fino ad un “concerto privato neomelodico”.
Il progetto non si ferma qui: “Nel realizzare la performance – conclude Jerez – mi sono reso conto di quanto grande e variegato sia questo fenomeno. A breve contiamo di realizzare un documentario che, speriamo, possa raccontare la camorra nel modo più esaustivo possibile”.
Pamela Orrico
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