Nell’Ambito delle iniziative per la GIORNATA MONDIALE DELLA MEMORIA SAN SEBASTIANO AL VESUVIO HA CELEBRATO LA SHOAH
San Sebastiano al Vesuvio – Interesse, partecipazione e commozione hanno caratterizzato il Memory Day l’iniziativa che si è svolta lunedì 3 febbraio, tra il polo liceale ‘Salvatore Di Giacomo’ e la scuola media ‘Gaetano Salvemini’, su iniziativa dell’amministrazione comunale di San Sebastiano al Vesuvio.
La giornata, promossa e curata dall’Assessorato alle Politiche Culturali, continua il percorso di sensibilizzazione sul tema della non violenza avviato da oltre due anni sul territorio ed in cui si colloca anche la recente giornata dedicata alla senatrice Segre e realizzato in collaborazione con la rete associativa cittadina e, in particolare, con le scuole.
Il Memory Day ha avuto come protagonista il professor Piero Curiel, classe ’38 e vittima, insieme ai suoi cari, delle leggi razziali emanate nello stesso anno e, pertanto, costretto a lasciare Trieste, sua città d’origine. Curiel, che ha condiviso parte della sua latitanza col poeta Umberto Saba, figlio di amici di famiglia, ha raccontato agli studenti dei due istituti d’istruzione di I e II grado del territorio di quanto sia doloroso ma, allo stesso tempo doveroso fare memoria, vivendola non come sterile ricordo. Piuttosto, come un dovere morale che m’impone, ancora oggi, di parlarvi della mia, nostra storia. Il 27 gennaio, un’invenzione nata 20 anni fa, non mi appartiene. Occorre ricordare tutti i giorni per portare avanti il valore della libertà.
In linea con la sua posizione anche quella di Nicola Di Paola, figlio del compianto Gennaro, partigiano delle Quattro Giornate di Napoli, scomparso lo scorso dicembre a 98 anni. Mio padre – ha raccontato – detestava essere chiamato eroe: sono forse eroi – mi ripeteva spesso – quelli che imbracciano un fucile e sparano ad un altro uomo? Si è speso per tutta la vita affinché i ragazzi di oggi non dimentichino i ragazzini di ieri, morti per un’inutile guerra.
Fare memoria oggi – ha affermato Assia Filosa, assessore comunale alle Politiche Culturali – significa dire ai ragazzi che dal loro impegno quotidiano – dallo studio alla coltivazione delle proprie passioni – può venire la costruzione di un mondo più giusto, che rinnega per sempre gli orrori della guerra e guardi al passato con la consapevolezza che tragedie come la Shoah, che purtroppo in molti ancora negano, non debbano mai più ripetersi.
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