NEL QUADRILATERO DELLE CARCERI – Gli spacciatori e la droga pescata con le canne:
Torre Annunziata – Paese di santi, navigatori, poeti e … pescatori di droga. E’ stata smantellata a Torre Annunziata una vera e propria “holding” criminale della droga, che aveva base operativa in un palazzo al civico 117 di Corso Vittorio Emanuele III, nel famigerato “quadrilatero delle carceri”, una delle più attive piazze di spaccio sotto il controllo dei clan camorristici oplontini che avevano la roccaforte a Palazzo Fienga, prima che venisse sgomberato e reso inaccessibile dalla magistratura. Dalle indagini è emerso l’ingegnoso sistema di spaccio messo in piedi dall’organizzazione, che, da un lato, effettuava consegne a domicilio della droga, dall’altro conservava lo stupefacente sul tetto di un inaccessibile palazzo pericolante, prelevandola con una canna da pesca modificata alla cui estremità veniva posto un pendente ricoperto di nastro adesivo. In tal modo la droga era recuperabile solo dagli spacciatori che ne conoscevano l’estatta posizione e sapevano il metodo per ‘pescarla’. Per lo spaccio veniva usato un linguaggio criptato: la ‘merce’ era definita ‘maglioni’ nelle comunicazioni via sms cliente-fornitore. La massiccia operazione di polizia ha visto impiegati circa 70 uomini del Reparto prevenzione crimine Campania e del Reparto Mobile, con unità cinofile antidroga e antiesplosivo e un elicottero del reparto volo. In manette sono finiti Antonio Bruno, 27 anni, Aniello Ino, 22 anni, Angelo Nasto, 26 anni, Carlo Antille, 20 anni e Raffaele Cirillo, 21 anni, tutti di Torre Annunziata. Dalle indagini degli uomini del commissariato di Torre Annunziata è emersa una mole enorme di richieste: sono state centinaia le dosi di cocaina, eroina e canapa indiana sequestrate durante le indagini, che sono riuscite a documentare almeno 30 episodi di spaccio tra Torre Annunziata e Torre del Greco.
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