L’uva bistrattata oggi sulla vetta del mondo: il premio internazionale per lo spumante Català targato Monte Somma Vesuvio porta Pollena Trocchia tra i terrior premiati a Lione
Pollena Trocchia – Il professore e suo figlio: prima la passione, poi l’impegno, la dedizione e il sacrificio. Poi il successo. Un solo obiettivo: riportare tra i grandi un vino, le cui uve sono state sempre ostacolate a diventarlo. La storia dell’Azienda vitivinicola Monte Somma Vesuvio di Nicola Campanile, il figlio di Giuseppe (il professore) parte dal basso, fino a scalare le vette dei premi che contano in un mondo dove compromessi e blasoni la fanno da padrona, specie se si investe più in pubblicità che sulla qualità. Loro, da Pollena Trocchia, invece hanno investito soprattutto sull’eccellenza che pian piano è diventata anche sperimentazione, al punto non solo di tradurre in vino la splendida uva catalanesca, ma nel tempo anche a trasformarla in un sublime spumante contro ogni aspettativa, trasformando in bollicine il vecchio nettare tratto dalle uve storte della catalanesca vulcanica, che trova il suo habitat naturale proprio un quella parte di Monte Somma che guarda al Vulcano e da Pollena Trocchia si districa sulle vette di Sant’Anastasia. Oggi Pollena Trocchia fa parte del terrior premiato in un concorso internazionale di vini e spumanti a Lione, Francia blasonata che ancora oggi gestisce il mercato mondiale dei vini, specie se spumantizzati. E la notizia della medaglia d’argento al Català 36 Spumante Metodo Classico Brut Millesimato 2017 e quella sempre d’argento anche al Trocla 24 Superiore Lacryma Christi dop Rosso Riserva 2017 targati Monte Somma Vesuvio, hanno fatto il giro del mondo. “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci. È solo un ulteriore passo in avanti per noi e per l’intera comunità di Pollena Trocchia, del Vesuviano e del Sud Italia. Una tappa, non il traguardo. Ringrazio mio padre Giuseppe Campanile per la sua lungimiranza ed un amico speciale, un grande enologo, che mi sopporta e supporta da 10 anni a questa parte, il dottor Ernesto Buono”. Il commento soddisfatto di Nicola Campanile, da Pollena Trocchia oggi sulla vetta del mondo del vino, senza fronzoli e soprattutto senza truppe cammellate al seguito.
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