Luigi Di Maio contestato nel suo vecchio liceo a Pomigliano: “Il governo non è in discussione e la scorta a Sandro Ruotolo va riattivata”

POMIGLIANO D’ARCO – «Il governo non è in discussione. In questo momento sono in discussione alcuni temi sui quali non siamo mai stati d’accordo. Per noi questo governo deve andare avanti ma sulle cose su cui siamo d’ accordo, tra le quali non c’è la Tav in Val di Susa». Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio arrivando al liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco, dov’è stato contestato da un centinaio di studenti e alcuni lavoratori aderenti ai Si Cobas. Il ministro, che era atteso all’ingresso dei cancelli, è stato duramente fischiato dai lavoratori dell’ex consorzio di bacino e dai licenziati dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco. Le forze dell’ordine hanno impedito ai manifestanti di varcare i cancelli subito dopo l’ingresso del ministro.

Una volta dentro il suo vecchio istituto, Di Maio ha incontrato alcuni suoi ex professori che hanno avuto modo di poterlo riabbracciare dopo qualche anno. Il vicepremier, che s’è detto commosso per aver rivisto anche l’ex preside, si è poi soffermato con i rappresentanti d’istituto degli studenti, tra i quali anche Maurizia, che nei giorni scorsi, in una lettera aperta pubblicata su Facebook, ha scritto che agli studenti sarebbe stato intimato «di stare zitti». «Ci hanno impedito di esprimerci – ha sottolineato la giovane – altrimenti ne pagheremo le conseguenze». Circostanza, questa, che ha spinto gli studenti dell’Uds a esporre uno striscione agli ingressi della scuola, dove è in corso un presidio, con la scritta «basta passerelle, esci e parla con noi». «La nostra non è stata una minaccia – ha spiegato il preside Domenico Toscano – ma semplicemente un invito a rimandare eventuali proteste, vista la brutta situazione che si era creata nei mesi scorsi in un altro istituto superiore dove era andato in visita il ministro. Oggi c’è una cosa bella per la scuola».
 
Al termine dell’incontro privato, Di Maio ha annunciato che presto tornerà a Pomigliano «per la prima pietra della cittadella scolastica, che poserò insieme con il sindaco della città metropolitana, Luigi de Magistris». «Con gli studenti abbiamo parlato soprattutto di edilizia scolastica e delle condizioni pietose in cui versano alcune scuole – ha spiegato – Erano problemi esistenti già quando frequentavo io le scuole a Pomigliano e ho portato la foto della posa della prima pietra di questo istituto, quando ero rappresentante d’istituto. I fondi per la cittadella scolastica sono stati sbloccati, e presto tornerò a Pomigliano per la posa della prima pietra di questa nuova realtà che accoglierà tutti gli studenti».

Il vicepremier ha parlato anche di temi nazionali, fissando gli obiettivi del governo: «Entro estate 2019 i nostri obiettivi sono la riforma costituzionale che taglia 345 parlamentari e il taglio degli stipendi di parlamentari, politici e funzionari pubblici. Chi non vuole arrivare all’estate – ha detto – ha paura di perdere o la poltrona o lo stipendio, e tra quelli non ci siamo noi». E ancora: «È finita l’epoca in cui in questo Paese si può guadagnare nella tv di Stato 3 o 3,5 milioni all’anno. Credo sia arrivato il tempo di dare una sforbiciata agli stipendi dei politici e anche a quelli di chi non sono politici ma stanno nelle aziende di Stato».

 

 

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