L’INFERNO NEL PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO – Le fiamme a San Sebastiano arrivano a ridosso di un ex discarica autorizzata mentre il comune di Ercolano dice “ECOBALLE”

Le fiamme a San Sebastiano al Vesuvio sono arrivate a ridosso della discarica autorizzata dell’Ammendola Formisano, sita nel comune di Ercolano che, il giorno dopo lo spegnimento del maxi-incendio che ha raso al suolo ettari su ettari di vegetazione nel Parco Nazionale del Vesuvio (anche nella città degli Scavi), ha continuato a mentire sulla presenza di un presidio di forze dell’ordine nei siti considerati a rischio (nel video).

https://youtu.be/vH-GMdbMjYg

Anche l’ex Piccola Svizzera, dunque, non è stata risparmiata dall’ “onda anomala” di incendi che ha messo in ginocchio la vegetazione dell’area protetta. Fiamme anche nel pomeriggio di ieri che hanno preoccupato i residenti della zona limitrofa al ristorante Il Capriccio. Sul posto protezione civile, carabinieri e l’esercito, oltre ad attivisti civili, al vicesindaco Giuseppe Panico (nel video) e al primo cittadino Salvatore Sannino, per domarlo.

L’accesso ai sentieri del Parco del comune di San Sebastiano è, dunque, in preda al degrado. Solo grazie ad un estenuante lavoro di forze dell’ordine e dei volontari si è impedito che le fiamme raggiungessero le abitazioni e soprattutto la discarica dell’Ammendola Formisano, ai piedi di una collina artificiale, in cui si sospetta l’interramento di rifiuti anche pericolosi. La chiamano “la collina del disonore” proprio come il film di Sidney Lumat del 1965, ambientato in un campo di prigionia inglese nel deserto. Più che un campo di prigionia, un luogo di sofferenza e di morte, data la tremenda fine di alcuni dei suoi reclusi.

La collina, sita accanto al sito di stoccaggio, proprio come la “collega cinematografica”, viene considerata, a detta di molti residenti della frazione ercolanese, un simbolo di “morte e sofferenza”. 300 metri di altezza, formatisi probabilmente in poco meno di 30 anni, col netto sospetto dell’interramento di rifiuti speciali, tossici e pericolosi, si ergono imperiosi sovrastando il panorama vesuviano. Da lontano può sembrare un paradiso naturalistico, ma basta avvicinarvisi percorrendo via Filaro, per capire che si tratta di un vero e proprio inferno: sul fianco della collina un telone verde continua a coprire l’intera area dello stoccaggio del 2008, nel tentativo, spesso vano, soprattutto nei giorni di pioggia, di contenere il percolato che “straborda” nel terreno circostante.

L’Ammendola Formisano è solo uno dei tanti siti considerati a rischio roghi e sversamento rifiuti nel Comune di Ercolano ma, nonostante tutto, non presidiati dalle forze dell’ordine il giorno dopo la fine dell’incendio che ha invaso il PNV.

Secondo una nota ufficiale del Comune di Ercolano, le aree critiche di Cava Fiengo e Cava Amendola Formisano sarebbero state presidiate giorno e notte da polizia locale, Protezione civile comunale ed Esercito. Noi de L’Ora Vesuviana, recatici più di una volta sul posto, e passando per via Novella Castelluccio, strada simbolo del degrado dell’area, non abbiamo mai visto alcun presidio di sicurezza, così come il prete antibiocidio Padre Marco Ricci, le cui denunce e segnalazioni hanno permesso negli scorsi anni il rinvenimento di oltre 100 fusti tossici in due cave della zona: “Stamattina abbiamo fatto un giro per via Focone e via Castelluccio nei pressi di Cava Fiengo: non abbiamo visto l’esercito, ma nuove balle depositate. E siamo in piena emergenza!” – questo il commento del Comitato Ambiente Salute, da anni promotore di iniziative che combattono il degrado ambientale a San Vito, frazione Nord di Ercolano, le cui vie si inerpicano sulla salita al Gran Cono, considerata la Terra dei Fuochi vesuviana.

Il tutto mentre il sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, vicepresidente tra l’altro del Parco Nazionale del Vesuvio, è negli USA per “partecipare – secondo un articolo de “La Verità“, a firma del giornalista Carlo Taralload un misterioso programma di scambio con il Dipartimento di Stato“.

Un’assenza quella del pupillo vesuviano di Matteo Renzi che è stata percepita sul territorio e anche largamente discussa…

Dario Striano

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