L’EMERGENZA OCCUPAZIONE – La lettera degli operai Dema al prefetto di Napoli: “Viviamo una situazione assurda”
L’assurda situazione della DEMA. Il presente documento è il risultato di avvenimenti che non hanno precedenti nella seppur lunga e tribolata storia di questa fabbrica. A dicembre dopo una lunga discussione sui sistemi di pagamento della tredicesima, fu deciso che una parte veniva erogata nel mese, la rimanente parte fu spostata sul mese di marzo. Già dal mese di gennaio stiamo avendo problemi continui sui pagamenti degli stipendi con la seguente fenomenologia. A gennaio lo stipendio è stato erogato in due trance. A marzo il problema ha assunto proporzioni più grandi. L’azienda ha inizialmente stabilito un pagamento in due trance di cui la seconda decisamente più corposa (comprensiva degli arretrati relativi alla tredicesima) prevista a ridosso della festività pasquali. E qui è successo il fatto che ha prodotto le attuali problematiche, senza alcuna comunicazione formale ai propri dipendenti, dal giorno 26 marzo in poi si è preceduti per comunicazioni informali alle rsu in cui in una prima fase si comunicava l’insolvenza rispetto agli impegni presi, poi di giovedì 1 aprile sempre in maniera informale veniva comunicata l’avvenuta partenza dei bonifici, che di fatto non sono arrivati se non oggi (vi facciamo presente che il corpo della fabbrica è composto da lavoratori monoreddito) con il disagio prodotto di aver tenuto 330 famiglie attaccate al bancomat e alla speranza di poter fare una spesa per le feste pasquali.
La grande preoccupazione è il crescere di segnali che vanno nella direzione di una totale perdita di controllo della situazione.
L’8 aprile è previsto un confronto in sede d’unione degli industriali sul piano industriale, programmato lo scorso dicembre al ministero dello sviluppo economico, le premesse economiche in cui di fatto avviene questo confronto, l’esasperazione dei lavoratori e delle loro famiglie, scatenata con una sequenza comunicativa imbarazzante (se non voluta).
Creano un clima del tutto inadeguato a una serena, per quanto possibile, prosecuzione delle attività.
In un contesto generale del settore che non lascia intravedere prospettive rosee.
Qualora non vi fosse un cambio radicale, della situazione sia dal fronte comunicativo che da quello della scelta delle priorità (non si possono lasciare famiglie monoreddito scoperte a Pasqua con tale leggerezza e addirittura con i soldi per pagare quelli che sono arretrati in cassa) e dalla discussione dell’8 scaturissero ulteriori elementi che da tempo serpeggiano nello stabilimento (disimpegno in Campania in favore della Puglia), comincerebbe un percorso di lotta legato allo stato di necessità molto più duro di quello dei mesi precedenti, rispetto al quale chiediamo fin da ora solidarietà al territorio e alle istituzioni.
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