LE CATENE INVISIBILI – L’Interpol sulla tratta della prostituzione brasiliana a Napoli

La polizia federale brasiliana sta conducendo un’operazione contro un’organizzazione criminale che sfrutta sessualmente le donne brasiliane in Italia. Il tribunale federale ha emesso mandati di perquisizione e sequestro presso gli indirizzi di presunti membri del racket nelle città di Fortaleza e Caucaia, nello stato del Ceara, e a Carpina, nel Pernambuco, nel nord-est del Paese.

“L’azione mira ad individuare le responsabilità delle persone coinvolte e ad identificare altre vittime dello schema criminale”, si legge in una nota della polizia. I reati ipotizzati nell’operazione battezzata ‘Catene invisibili’ vanno dal favoreggiamento della prostituzione, al traffico internazionale di esseri umani.

Le vittime della tratta, raggiunto lo scalo aereo di Milano “Linate”, venivano prelevate da ulteriori componenti del sodalizio criminale e fornite di una dichiarazione fittizia di ospitalità così garantendone l’ingresso e la permanenza legale per motivi di turismo sul territorio nazionale. Successivamente, le malcapitate venivano condotte a Napoli dove un ulteriore membro dell’organizzazione aveva il compito di prelevarle e portarle in autovettura fino all’immobile individuato, di volta in volta, a Castel Volturno.

Qui le vittime venivano segregate in appartamento, con divieto di comunicare con persone diverse dagli sfruttatori. A tal fine, veniva loro “ritirato” il telefono cellulare e imposto un severo regime di condotta. Venivano, inoltre, costrette a prostituirsi in strada secondo rigidi turni orari sotto il controllo di alcuni sodali dell’associazione. I proventi dell’attività di prostituzione venivano versati al capo dell’organizzazione quale saldo del debito contratto per entrare in Italia. Tale debito era sempre superiore alla cifra di 10.000 euro, tenuto conto che l’ammontare inizialmente pattuito era poi soggetto a continui aumenti sulla base di motivi pretestuosi che tenevano la vittima soggiogata al gruppo criminale.

La forza intimidatrice esercitata dall’associazione per delinquere sulle proprie vittime si esprimeva non soltanto mediante violente aggressioni fisiche ma, soprattutto, con continue vessazioni psicologiche costituite anche da minacce di ritorsioni nei confronti dei familiari in Brasile delle parti offese. Sotto questo profilo, i membri dell’organizzazione criminale erano soliti avvalersi anche della potente presa evocativa sulle vittime rappresentata da presunti “sortilegi” e riti di “magia nera” messi in atto in danno dei transgender che tentavano di ribellarsi.

Lo scorso luglio la Procura della Repubblica di Napoli aveva ordinato l’esecuzione di undici condanne in carcere per altrettati delinquenti che si erano resi protagonisti della tratta, sia dal Brasile che a Milano e a Castelvolturno e a Napoli.

Qui, prostitute e trans, venivano fatti alloggiare in abitazioni, spesso di fortuna al centro di Napoli e poi “distribuiti” in strada nelle varie aree di “esercizio”. Ad ogni strada è assegnato un gruppo di ragazze che alla sera, quando passano a riprenderle devono consegnare l’incasso. Diversa gestione, la prostituzione a mezzo social, oggi decisamente più diffusa anche se più costosa. Prostitute e trans hanno sui vari siti di incontro la propria pagina personale e pubblicizzano i loro prodotti. Esercitano maggiormanete in abitazioni proprie tra il nolano e l’avellinese, per i clienti dell’hinterland, mentre quelli cittadini devono rivolgersi alla zona flegrea e Bacoli.

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