La Dda di Napoli: l’omicidio di Emanuele Pietro Montefusco, è stata una vendetta trasversale
“L’agguato di chiara matrice camorristica è, con tutta probabilità, data l’estraneità del soggetto agli attuali scenari di criminalità organizzata, una vendetta trasversale posta in essere proprio allo scopo di colpire gli odierni indagati”, scrivono i pm della Direzione Antimafia, Simona Rossi e Sergio Raimondi nel decreto di fermo che il 22 luglio scorso ha portato in carcere Salvatore Montefusco “Zamberletto”, il figlio Carmine e Antonio Galasso. Le ipotesi giornalistiche oggi hanno una matrice di verità giuridica. Emanuele Pietro Montefusco era il fratello più grande, di due anni, di Salvatore che in pochi mesi era riuscito ad “infastidire” il cartello egemone a Ponticelli legato al clan De Micco, nel suo quartiere da dove di fatto non è mai uscito, né quando stava nelle file dell’esercito dei Sarno che avevano la roccaforte proprio al Rione De Gasperi, né oggi che con un suo clan era riuscito a “prendersi” l’Isolato 17, dove aveva innestato una importante piazza di spaccio.
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