La Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo condanna l’Italia: deve risarcire i cittadini di Somma Vesuviana per i danni della “munnezza”
Lo Stato italiano, a partire dal 1994, non è stato capace di gestire adeguatamente l’emergenza rifiuti
in Campania ed è stato condannato per questo dalla Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo sulla base
di un ricorso presentato da 18 cittadini di Somma Vesuviana. La Corte ha riconosciuto la violazione del
diritto alla salvaguardia della vita privata e familiare: lo Stato non può costringere i suoi abitanti
a vivere tra i rifiuti. Non è stato però riconosciuto il danno alla salute. I giudici di Strasburgo
hanno ritenuto che la vita e la salute dei ricorrenti non sono state messe in pericolo dall’emergenza
rifiuti e che gli studi scientifici presentati dalle parti sull’esistenza di un legame tra un aumento
dei casi di cancro e la gestione dei rifiuti in Campania arrivano a risultati divergenti. Allo stesso
tempo la Corte di Strasburgo non ha riconosciuto l’indennizzo di 15mila euro per danni morali richiesto
dai ricorrenti asserendo che la constatazione della violazione del loro diritto alla vita privata e
familiare è da considerarsi una riparazione sufficiente del danno morale subito. I giudici hanno anche
stabilito che lo Stato italiano dovrà versare all’avvocato Errico di Lorenzo, che oltre a rappresentare
il gruppo è uno dei ricorrenti, 2.500 mila euro per le spese legali sostenute. L’avvocato aveva
richiesto oltre 20 mila euro. Errico Di Lorenzo, 69 anni di Somma vesuviana, durante l’ennesima crisi
rifiuti in Campania, decise di dire “basta”. Radunò una quindicina di amici di Somma Vesuviana e
preparò il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, firmato nella doppia veste
di cittadino-parte lesa e di legale. I giudici gli hanno dato ragione. Ci fu un danno esistenziale,
provocato dall’incapacità di garantire l’ordinario smaltimento della spazzatura. “La condanna che
arriva all’Italia dalla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo per la situazione dei rifiuti di
Napoli è purtroppo comprensibile – ha commentato Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd -.
Del resto è impossibile far capire all’estero quello che è accaduto in Campania e in altre parti
d’Italia sul fronte dell’emergenza rifiuti. C’è uno “spread” di civiltà e di efficacia delle politiche
pubbliche che pesa sul nostro paese e va colmato una volta per tutte”. La crisi dei rifiuti in
Campania, che è alla base della condanna della Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo, scoppiata nel
1994 è durata fino al 2009, quando cessò la cosiddetta fase di emergenza il cui picco fu raggiunto tra
il 2007 ed il 2008. La condanna della Corte dei diritti dell’Uomo fa riferimento alla “incapacità
prolungata delle autorità italiane di assicurare il funzionamento regolare del servizio di raccolta, di
trattamento e di eliminazione dei rifiuti” che “ha colpito il diritto dei richiedenti, al rispetto
della loro vita privata e del loro domicilio”. Secondo i giudici di Strasburgo la mancata raccolta ed
eliminazione dei rifiuti dalle strade, contrariamente a quanto sostenuto dallo Stato italiano, non fu
provocata da cause di “forza maggiore”.
p.p.