Il segretario del Pd di Pomigliano d’Arco scrive a Bersani: “Dignità per i 19 operai Fiat reintegrati e mortificati dalla Fiat”

michele tufano

«Noi conosciamo bene la retorica del ‘’Noi siamo quello che facciamo’’ » a scrivere è il 19enne Michele Tufano, segretario del Pd Pomiglianese. Il destinatario è un altro segretario Pierluigi Bersani.  La vicenda dei 19 operai dello stabilimento Fiat Gian Battista Vico, iscritti alla Fiom, riammessi a lavoro dal tribunale, ma ancora senza una precisa mansione, viene riassunta in una lettera pubblica tra i due esponenti di centro sinistra, locale e nazionale: «sappiamo come obbligare a non ‘’fare’’ voglia significare non ‘’essere’’ – li legge nel testo – e corrisponda all’annullamento della persona e ad un’umiliazione inaccettabile per un Paese che ha sancito il diritto al lavoro come fondamentale. La decisione di retribuirli regolarmente, privandoli della possibilità di tornare al loro lavoro in fabbrica , oltre che incivile e discriminatoria, è in netto contrasto con la nostra Carta Costituzionale. Ma il Gian Battista Vico non è terra di nessuno. Ormai la partita non è più tra Marchionne ed i suoi operai, ma tra FIAT e l’Italia reale. E allora se il territorio pomiglianese fa ancora parte del territorio nazionale Italiano, e se quegli uomini sono ancora Cittadini Italiani, non possiamo assistere inermi a ciò che sta accadendo. Mi appello a te, caro Segretario, che, ci auguriamo, guiderai il venturo Governo Progressista affinché richieda l’intervento urgente dei massimi organi istituzionali che hanno il compito di imporre il rispetto dei principi costituzionali».

Daniele De Somma

loravesuviana.it

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