IL RICORDO E LA SPERANZA – A San Sebastiano al Vesuvio si festeggia il compleanno di Paolino Avella, a diciannove anni dalla sua morte
San Sebastiano al Vesuvio – Il giorno del suo compleanno, 34 candeline. Paolino non era presente alla festa del suo compleanno, ma c’era lo stesso. Paolino Avella dal 5 aprile del 2003 i compleanni non li festeggia più, perché è stato ammazzato in un tentativo di rapina del suo motorino mentre tornava da scuola, in un maledettissimo sabato col sole. Nell’auditorium del suo liceo, lo scientifico Di Giacomo, il papà di Paolino, Alfredo Avella, la giornalista anticamorra amica di quegli anni spensierati Luciana Esposito, il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Peppe Panico, l’assessore allo sport Ignazio Simeoli, la vice sindaco Assia Filosa, la preside del liceo Fabrizia Landolfi, i compagni della sua vecchia 3 D e quelli nuovi della scuola che non l’hanno mai conosciuto se non dai racconti dei professori e da quello dei fratelli e sorelle più grandi, hanno festeggiato il suo compleanno, a 19 anni dalla sua morte. E come tutte le feste che si rispettano, a Paolino è stato fatto un dono: la sciarpa del Napoli, la sua squadra del cuore, con gli autografi dei calciatori, proprio dopo che una sciarpa rimasta lì per tantissimi anni è stata rubata dalla Stele posta in sua memoria nel luogo dov’è morto.
Il ricordo e la presenza: le due parole che hanno fatto da leit motive a tutta la bella iniziativa. Luciana Esposito l’ha chiarito da subito: “Paolino c’è ancora, c’è sempre. Ce l’hanno solo portato via da un abbraccio o una risata che facevamo assieme. Ma Paolino c’è”. In una scuola dove la tendostruttura è dedicata a lui e altre iniziative seguiranno in sua memoria, quella risata sembra ancora di sentirla tra i corridoi. C’erano la sua insegnante e i suoi amici. “La scuola – dice Fabrizia Landolfi, la preside della rinascita di quel liceo che solo qualche anno fa rischiava la chiusura e oggi è un’eccellenza regionale – non è solo un luogo fisico, è volano di cultura e di cultura della legalità. Celebrare Paolino significa celebrare tutte le vittime innocenti dell’illegalità e trasferire assieme ai ragazzi di questa scuola un testimone importante: impegnatevi e indignatevi quando la malavita vorrà distruggere i vostri sogni”. È un appello libero agli studenti quello della preside, li chiama i cittadini di domani, i testimoni della legalità e li invita ad adottare la Stele di pietra lavica dedicata a Paolino. “Di Paolino e di quegli anni ricordo un sacco di cose – ha detto il sindaco di San Sebastiano al Vesuvio Peppe Panico, che all’epoca dei fatti muoveva i primi passi nella politica attiva e Paolino l’avrà incontrato anche a casa perché amico di suo fratello piccolo Alessandro e che ha accompagnato Alfredo Avella a sporgere denuncia quando balordi, perché in un giorno così bello il termine merda, non varrebbe l’emozione, hanno rubato la sciarpa dalla Stele – mai e poi mai bisogna abbassare la guardia. Il ricordo di quella vita spezzata è la forza ad andare avanti, il motivo di riscatto di ragazze e ragazzi che con la cultura vogliono costruirsi un futuro che purtroppo non è lo stesso dei carnefici, vittime anche loro di un sistema”. Ignazio Simeoli, promotore dell’iniziativa artefice del regalo a paolino, consegnato al papà è stato chiarissimo. “Rubano la sciarpa? Ne mettiamo altre dieci. Lo Stato è più forte, l’onestà deve prevalere e dalla scuola deve nascere un senso di coscienza civile che migliori il nostro mondo”. Alfredo Avella è un gigante. Un eroe semplice che assieme alla moglie e a Fabrizio il secondogenito, che quando morì Paolino era piccolo piccolo e agli altri familiari (in prima fila sempre Nicoletta, la cugina di Paolino) non si è mai fermato: ha trasformato la disperazione e la rabbia in voglia di giustizia, in messaggio di legalità.
È andato nelle scuole, partendo proprio da quella che frequentava quel suo figlio bellissimo e solare strappato alla vita in cambio di uno stupido motorino, e poi in giro. “Perché la legalità è una bella cosa”. Alfredo si commuove. Alfredo lotta. Alfredo pensa che il tempo non lenisca le ferite, ma faccia di tutto per far dimenticare nonostante lui non ci riesca. Alfredo dice che il “tempo è un nemico maligno e inesorabile”. L’avvocato Avella è andato avanti nonostante tutto, con lo sguardo fermo e sereno. “Grazie a questa scuola da dove, dopo la fine è partito tutto. Grazie alla terza D, la classe di paolino, ai presidi che si sono susseguiti e alla preside attuale. Alle amministrazioni comunali e a Peppe Panico che da subito ci è stato vicino. Grazie soprattutto ai ragazzi, centro di speranza per un papà a cui un sabato pomeriggio di aprile di diciannove anni fa hanno strappato la vita”. Poi racconta quello che è successo dopo, dopo quel drammatico 5 aprile dell’ormai lontanissimo e assieme vicino sabato del 2003. “Nel 2004 nacque l’associazione Paolino Avella, con l’unico scopo di portare messaggio di speranza e cultura della legalità. La morte di Paolino non doveva essere solo la fine della sua vita, in pochissimo tempo è diventata moltissimo altro. Ho conosciuto altre famiglie come la mia distrutte dalla criminalità, nel 2007 è nato formalmente il Coordinamento Campano delle Vittime Innocenti, un organismo che dalle lacrime è riuscito a scardinare anche i palazzi del potere, al punto che la Regione Campania, poco dopo costituisce la Fondazione Polis che si occupa delle vittime innocenti della criminalità e assieme dei beni confiscati alla malavita. Poi 5 anni fa dopo l’esperienza del Coordinamento che per i figli delle vittime aveva messo a disposizione delle borse di studio, sempre la Regione vara una vera e propria legge a riguardo: ai familiari vittime di camorra e criminalità sono erogate borse di studio e aiuti, specie quando a finire sotto il colpi della violenza cieca dell’illegalità sono papà e mamme che fino a ieri garantivano l’andamento anche economico delle famiglie”. Paolino Avella non è morto invano. Lo chiarisce bene Sabrina della vecchia Terza D. “La nostra classe resterà nella storia del liceo Di Giacomo, per aver conosciuto e vissuto un amico speciale sempre col sorriso sulle labbra e la sua morte non deve essere dimenticata. All’attuale terza D, a tutte le Terza D di qusto liceo e tutti gli studenti lasciamo il testimone di portare avanti la cultura della legalità senza mai chiudere gli occhi. Lottando sempre per la giustizia e per la libertà”. Buon compleanno Paolino Avella.
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