Il Governatore De Luca contro il Pd: “Terzo mandato? Decidono gli elettori. E alla Festa dell’Unità tuona contro i democrat: “Maleducati, imbecilli, pinguini”

«Maleducati, imbecilli, pinguini». Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, va giù duro contro il suo partito e l’attuale Segreteria. Un affondo senza mezzi termini nei confronti del Pd dal palco della festa dell’Unità a Napoli. «Se avessimo tanti voti quanti maleducati sono passati per questa festa saremmo il primo partito d’Europa. La maleducazione è diventato il tratto distintivo dei nuovi dirigenti e invece l’educazione non è un optional ma una precondizione. A Paestum all’appuntamento di Forza Italia hanno avuto più rispetto per me. Mi augurerei la stessa accoglienza nel Pd. Quando sono arrivato stasera mi sono confuso, pensavo di essere venuto alla festa di Forza Italia. Non ho tempo da perdere con gli imbecilli di questo partito. Non farò nomi. Mi limiterò a rievocare la poesia di Trilussa della lumachella della vanagloria. Vale a dire che ci sono autentici imbecilli nel Pd che pensano di litigare con me per avere qualche titolo sui giornali. Un giorno Mourinho, quando erano i tempi d’oro, disse che chi voleva farsi pubblicità con lui doveva pagare. Il nostro problema è arrivare a cafoneria zero. E invece dovremmo offrire un’alternativa al governo dell’Italia. Dobbiamo costruire le condizioni per essere un’alternativa ed essere il Partito Democratico e non Lotta Continua che è un’altra cosa. Se dovevamo essere una forza di sinistra – ha precisato – non c’era bisogno di fare il Partito Democratico».

«Il problema non è il terzo, quarto o quinto mandato. Il problema è Vincenzo De Luca, cioè un uomo libero, che non ha padroni e correnti. De Luca fa quello che vuole, punto e basta» aggiunge il presidente della Regione Campania. «Penso possa essere eccessivo anche un mandato se uno è imbecille e incapace di governare, così come penso sia un dovere democratico dare la parola ai cittadini, perchè possano decidere da chi, come e quando essere governati. Chi deve decidere? Chi sta a Roma e non ha il voto neanche della madre?». A Roma «c’e’ gente che non rappresenta niente e parla – prosegue – si parte dai problemi, dalle cose da fare e dal rispetto per gli elettori. Ci sono esponenti del Pd che hanno sette legislature, che sono stati al governo per dieci anni senza fare niente. Io ho preso il triplo dei voti di Elly Schlein».

Nei prossimi mesi il governatore campano intende dare vita ad un tour nelle piazze italiane per fare “un’operazione verità” e far conoscere un’idea diversa di partito su molti temi: «Nel Pd c’è un tasso altissimo di presunzione. Continuiamo a pensare di essere moralmente superiori agli altri e invece in molti casi siamo presuntuosi e inconcludenti e alla fine inferiori agli altri. Ci sono dirigenti di partito che passano il loro tempo a organizzare le loro correnti. Questo non è un partito politico – sottolinea – un partito vive di militanza, qui si valorizza solo chi ha il capocorrente che lo protegge e lo fa eleggere alle elezioni successive. Io sono l’esatto contrario, mi faccio tanti nemici però è un godimento dire quello che penso liberamente». Ed esclude di voler fondare una sua corrente o di voler abbandonare il partito. L’obiettivo semmai è cambiare le cose dall’interno. «A me dell’affetto e del sostegno di quelli di Roma non me ne fotte niente, dormo tranquillo la notte. Ma quando mai ho avuto il sostegno del partito? Il problema è l’agibilità che può avere in questo partito un uomo o una donna costretto a far parte di un gruppo o un sottogruppo. Mi fate schifo. Io punto al rispetto dei cittadini, se mi vota il 70% dei cittadini è perché evidentemente pensano che possa risolvere qualche problema».

«Se l’alternativa è questa, la Meloni gode della migliore assicurazione sulla vita. Durerà cinque anni. Rischiamo davvero di tenerci questo governo. Ecco perché la battaglia è mettere in piedi un’alternativa credibile e questo comporta un lavoro immane. Perchè se continua così finiremo nelle mani del generale Vannacci». Da De Luca anche un riferimento alle ultime elezioni comunali di Napoli: «Tra le tante imbecillità che si sono ripetute ancora una volta, l’ennesima è quella che tende a contrapporre il campo largo al Comune di Napoli. Ciucci e imbecilli. Al Comune di Napoli – ricorda – il sindaco è stato proposto da Vincenzo De Luca mentre altri nel Pd lavoravano per candidare altri soggetti. In secondo luogo il sindaco di Napoli è stato eletto col 62% dei voti e in Regione abbiamo lavorato per non disgregare e abbiamo preparato quattro liste che hanno avuto tra il 17 e il 18% senza le quali non avremmo avuto vinto le elezioni. Quante imbecillità – ribadisce – dette da questi statisti».

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