Il Comune “salva” Villa d’Elboeuf tra le polemiche
Il consiglio comunale d’urgenza, convocato Sabato 19 Ottobre, ha approvato l’esercizio del diritto di prelazione da parte del Comune sulla vendita di Villa d’Elboeuf. I sedici consiglieri comunali rimasti in aula, dopo che il Pd ha abbandonato per protesta la sede di Via Campitelli, hanno approvato all’unanimità l’esercizio del diritto di prelazione. Per poco più di 4 milioni di euro la storica villa del conte d’Elboeuf potrà essere a tutti gli effetti un bene comunale. In tempi brevi toccherà al Ministero dei Beni e le Attività Culturali decidere se applicare il diritto di prelazione; dopodiché un nuovo consiglio comunale deciderà se procedere nell’acquisto dell’immobile. Un eterno ‘pomo della discordia’: la storica villa vesuviana, la più antica, e forse anche la più importante dell’intero ‘Miglio D’Oro’, da anni in condizioni di degrado, è stata per lungo tempo al centro di un’aspra polemica tra i proprietari (incapaci nel trovare un accordo per la ristrutturazione e la destinazione d’uso dell’immobile). La stessa polemica ha indotto la V sezione del Tribunale di Napoli a vendere all’asta l’intera struttura per un cifra di all’incirca 8 milioni d’euro. Da quel momento un preoccupante silenzio si è abbattuto sulla maestosa villa porticese. Ci sono voluti ben quattro tentativi d’asta (e la svalutazione del 50% della struttura) per spezzarlo con la vendita, lo scorso 29 Marzo, per 4 milioni di euro ad una cordata di imprenditori. A quanto pare la dimora del conte d’Elboeuf sarebbe diventata un maestoso albergo o un condominio privato con appartamenti di lusso. Nei primi giorni di Ottobre, però, la Soprintendenza per i Beni Architettonici ha trasmesso una nota al comune di Portici con la quale comunicava che lo scorso 30 Settembre le era stato notificato il decreto di trasferimento del bene espropriato a favore della società. Da qui la decisione dell’Amministrazione comunale di riunirsi in seduta straordinaria. La convocazione d’urgenza del consiglio ha dato luogo però ad una nuova polemica. Il PD, dopo aver abbandonato l’aula di Palazzo Campitelli, ha espresso le motivazioni della protesta in una conferenza stampa: “Non vi sono condizioni particolari per una seduta d’urgenza – ha spiegato il capogruppo d’opposizione Raffaele Borrelli – poiché la nota del Ministero dei Beni Culturali, con la quale il Comune veniva informato del diritto di prelazione, è pervenuta alla segreteria del Sindaco il 7 Ottobre. Ben 12 giorni fa. Perché da allora noi consiglieri dell’opposizione siamo stati informati della questione solo il giorno prima con una convocazione d’urgenza? Così facendo la maggioranza non ha permesso a noi dell’opposizione di svolgere il nostro lavoro di tutela e controllo degli atti. Sia ben chiaro, noi del PD non siamo contro l’acquisto della villa, ma abbiamo bisogno di maggiori informazioni. Non si può rischiare di mandare il comune in dissesto finanziario. Come fa un’amministrazione, priva dei 68.000 euro per la mensa scolastica, a permettersi un acquisto del genere? Quale sarà la destinazione d’uso dell’immobile? Nel caso il mutuo per l’acquisto non verrà stipulato con la Cassa Deposito-Prestiti, verrà fatto un bando pubblico per accordarsi con banca privata? Il Comune avrà i soldi per la messa in sicurezza e la vigilanza, obbligatorie immediatamente dopo l’acquisto?” Nei giorni scorsi poi, il consigliere comunale Giovanni Iacone ha sollevato dubbi sull’effettiva legittimità della scorsa seduta consiliare, chiedendone l’annullamento con due lettere protocollate e inviate al presidente del consiglio comunale, Fernando Farroni: “Ho appreso solo il 21 Ottobre- ha detto Giovanni Iacone- che in data 19/10/2013 si sarebbe tenuta una seduta di Consiglio Comunale. Non avendo ricevuto alcuna notifica in relazione a questa seduta, non ho quindi potuto esercitare il mio diritto/dovere di partecipare al consiglio comunale. In più, in una lettera di risposta alla mia prima richiesta di annullamento, si desume la mancata notificazione al sottoscritto della convocazione del consiglio ai sensi dell’articolo 140 del Codice di Procedura Civile. Cosa assolutamente non vera: alla porta della mia abitazione, infatti, non è stata affissa alcuna busta. Ed in più la raccomandata prevista dallo stesso articolo 140 è stata spedita solo il 21/10. Ben due giorni dopo la seduta consiliare. Chiedo dunque al presidente del Consiglio, Fernando Farroni (ai sensi dell’articolo 5 comma 4 del regolamento di funzionamento di consiglio comunale) di dichiarare nulla la seduta in oggetto e conseguenti atti deliberativi (il diritto di prelazione esercitato dal Comune sull’acquisto di Villa d’Elboeuf)”. Puntuale è arrivata la risposta, tramite una nota inviataci dalla Presidenza del Consiglio, in cui la stessa afferma “di aver appreso dall’ufficio messi comunali che tutte le convocazioni della seduta consiliare di Sabato 19 Ottobre sono state regolarmente consegnate”. Pertanto non vi sarebbe stata alcuna irregolarità. In attesa, dunque, di sapere se il Ministero dei Beni Culturali deciderà di applicare il proprio diritto di prelazione sull’acquisto di Villa d’Elboeuf, ad oggi l’immobile sembra sempre più destinato a diventare patrimonio comunale, con la soddisfazione del sindaco Nicola Marrone: “ Non posso che mostrare piena soddisfazione per la volontà espressa dal Consiglio comunale. Questo è un chiaro messaggio di volontà di sviluppo turistico e salvaguardia dei beni artistici. Ora auspico l’intervento diretto del Ministero dei Beni e le Attività Culturali per l’acquisto di una struttura, il cui interesse architettonico va oltre la dimensione locale”.
Dario Striano
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