Il cimitero dei treni di San Giovanni a Teduccio: arrangiarsi non basta, servono finanziamenti per il rilancio dell’azienda e dei servizi

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Più che un’officina, lo stazionamento ferroviario EAV di San Giovanni a Teduccio sembra un cimitero. Il cimitero dei treni. E’ qui infatti che stazionano i mezzi in avaria, quelli guasti, quelli che, per un problema o per un altro, sono destinati ad una sorte diversa rispetto a quella progettata.

Sì perché quando mancano i fondi per il sostentamento tecnico primario (chiedere allo Stato italiano e alla Regione Campania per questo) si fa di necessità virtù e, come fossero esseri umani prigionieri su un’isola deserta senza acqua né cibo, si ricorre al “cannibalismo”. Dai treni fermi, si prendono i materiali e i dispositivi per altri mezzi che vengono poi messi in circolazione.
“E’ ovvio che la situazione non può andare avanti ancora a lungo” spiega Gennaro Peruggino, dipendente EAV “quello che facciamo noi qui è solo mettere delle pezze, i treni riparati in questo modo tornano in officina dopo pochi giorni. Addirittura alcune ditte non vogliono più fornirci i materiali perché non siamo in grado di rispettare le scadenze di pagamento”.
Su un parco di circa centoquaranta treni, quelli attualmente in esercizio sono meno di quaranta, numero destinato chiaramente a diminuire viste le condizioni in cui vengono effettuate le riparazioni. Eppure lo stato ha pronti, da tempo, duecento milioni, un piano di risanamento promesso ma non ancora ufficializzato. “Quei soldi non li vedremo mai, vogliono farci fallire, vogliono svendere quest’azienda a qualche privato e curare i propri interessi. L’EAV è una miniera d’oro”. Questo è il parere di buona parte degli addetti ai lavori. Quel che è certo è che, se i principali organi di governo non sapranno offrire risposte chiare e soddisfacenti quantomeno per la fine del mese, sarà sempre più difficile tentare di smentire queste voci che cominciano a farsi quotidianamente più insistenti.

Marco Terracciano

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