I Mazzarella e la caccia ai Rom che rubarono a casa del boss: il retroscena di quattro omicidi di camorra
Ne dovevano uccidere uno, per vendetta. Perché a casa dei Mazzarella non si ruba. E la vittima, per rimarcare chi comanda, da una divenne doppia. Due rom. A caso, solo per far capire chi comanda a napoli, almeno chi comanda a piazza Mercato. Uccisero due rom a caso per vendicarsi del furto in casa del boss. Cinque arresti per altrettanti affiliati al clan Mazzarella dominante nella zona di piazza Mercato: li ha eseguiti la Squadra Mobile di Napoli. I camorristi sono ritenuti autori di quattro omicidi commessi tra il 2004 e il 2005. Una svolta nelle indagini è stata rappresentata dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Persico, affiliato al clan Mazzarella con il ruolo di reggente dell’articolazione operante a piazza Mercato, alle dirette dipendenze di Franco Mazzarella, figlio del capostipite Gennaro. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia hanno fatto luce sul duplice omicidio dei rom (Mirko e Goran Radosavljevic, avvenuto nel campo nomadi di Secondigliano nel 2004, rappresentante la cruenta risposta a un furto commesso da altri rom non individuati dal clan nell’abitazione del capo Franco Mazzarella, in pieno giorno e mentre lo stesso dormiva insieme alla propria famiglia.) e altri due: l’omicidio di Francesco Ferrone, avvenuto il 17 giugno 2004 e di Antonio Scafaro, avvenuto il 6 marzo 2005: da inserire nella faida con la famiglia Mauro per il predominio criminale del centro storico.
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