Forno Crematorio a Massa di Somma, nasce il fronte del “No”. Salvatore Esposito: “Eravamo il Comune del Pomodorino del Piennolo e diventeremo quello dei cremati, si fermi lo scempio”
C’è chi cavalca la tigre e chi vorrebbe prendere il “toro per le corna”, chi come il grillino Angelo Visone, attivista anche sul fronte “Terra dei fuochi vesuviana” e Salvatore Esposito, capo dell’opposizione a Massa di Somma, vorrebbero il fronte del “no al forno crematorio a sei vie nel cimitero consortile a Massa di Somma” slegato dai partiti e trasversale, nella “speranza che anche i sindaci interessati riflettano e facciano marcia indietro, anche se, da quello che scrivono sulle loro pagine social Salvatore Sannino (San Sebastiano al Vesuvio), Gioacchino Madonna (Massa di Somma) e Vincenzo Fiengo (Cercola), questa ipotesi sembra vana. Nel frattempo, tutte le opposizioni si sono unite. Di volta in volta il fronte del “no al forno crematorio” si è incontrato nelle varie sedi di partiti e associazioni attivi sul territorio, da destra a sinistra, in vista di una manifestazione popolare e una eventuale raccolta di firme con l’interessamento di parlamentari e senatori di diversi partiti politici (dal Pd a Forza Italia, passando per Lega, 5 Stelle, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Liberi e Uguali) affinché si ponga fine all’ipotesi (concretissima) che nel cimitero consortile di Massa di Somma venga costruito un forno crematorio, i sindaci interessati si ostinano chiamarlo tempio crematorio, a sei bocche in concessione per 30 anni a una società privata che gestirebbe l’utenza di tutta la Regione Campania. C’è un progetto con cifre ed importi – sul territorio di Massa di Somma all’interno del Cimitero consortile in cui rientrano anche i comuni di Cercola e San Sebastiano al Vesuvio, un opera imponente sia per costi che per dimensioni che impatterà anche sui comuni confinanti con il cimitero come quello di Pollena Trocchia. Durissimo il consigliere massese Salvatore Esposito, capogruppo di opposizione: “L’amministrazione del sindaco Madonna deve bocciare il progetto del Forno crematorio a Massa di Somma, siamo comune del Parco Nazionale del Vesuvio e siamo il Comune del Pomodorino del Piennolo DOP, con questa scelta scellerata diventeremo il comune delle cremazioni. In questi anni di amministrazione non sono state investite adeguate risorse per lo sviluppo produttivo del territorio puntando a valorizzare le nostre eccellenze e si pensa invece di far cassa raccogliendo pochi spicci da ogni cremazione effettuata presso il nostro cimitero, pochi spicci perché solo l’1% dei ricavi resteranno al comune massese e il grosso invece all’impresa che è specializzata nel business delle cremazioni, che inoltre avrà la gestione per 30 anni di un impianto che gli sarà costato circa 6milioni di euro. C’è una visione politica distorta e macabra – ha aggiunto il consigliere Esposito – di alcuni consiglieri comunali di maggioranza che considerano il Cimitero come se fosse una Fabbrica, capace di generare ricchezza. Anche su questo si sbagliano perché chi ci guadagna è un privato e non la nostra comunità. Inoltre in queste ore, così come accaduto nell’ultimo consiglio comunale – in cui abbiamo fatto proposte di modifica al Piano regolatore cimiteriale bocciate dalla maggioranza – si gioca a fare da scarica barile sul consorzio cimiteriale, dimenticandosi che l’ente consortile cimiteriale ha un Consiglio di Amministrazione nominato dagli esecutivi massese, cercolese e sansebastianese, i sindaci, quindi, non possono lavarsene le mani”. Ancora più duro Gennaro Manzo, leader dell’opposizione a San Sebastiano al Vesuvio, da poco passato con la Lega di Salvini. “I tre sindaci interessati devono spiegare alle città quali vantaggi ne trae la comunità a fronte del business di un privato che intaserà le nostre strade di carri funebri. Perché non forniscono garanzie e dati sulla salubrità delle esalazioni che i forni producono. Perché un forno a sei vie, cioè in sostanza sei forni crematori?”. Interrogativi ai quali per ora i vertici del Consorzio che hanno accolto la proposta della società privata che a fronte di un investimento all’incirca equivalente a 6 milioni di euro dovrebbe costruire per poi gestire l’impianto per 30 anni cedendo in percentuale ai vari comuni una quota, “associativa”, non hanno detto nulla.
L’ex sindaco di Cercola Giuseppe Gallo, oggi presidente del consorzio cimiteriale, non si è ancora espresso, nonostante sue siano le firme di atti importanti, come l’accoglimento del project finanzino del Tempio Crematorio, la cui variazione del piano regolatore generale del cimitero di Massa di Somma.
Ecco il progetto del Forno (Templio) Crematorio a Massa di Somma
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