Fca, le tute blu di Pomigliano deluse dal mancato annuncio per lo stabilimento: «Speriamo in Di Maio»
Il mancato annuncio della missione produttiva che rimpiazzerà la Panda a partire dal 2020, da parte dell’ad Sergio Marchionne nel corso del Capital Market di Balocco del 1 giugno ha provocato delusione tra gli operai dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco. A cambio turno, oggi, molti gli operai che si dicono «delusi» dall’Investor Day, e che ora chiedono ai sindacati di «spingere» per conoscere al più presto il futuro produttivo dello stabilimento e sapere quale vettura di gamma premium sostituirà l’ultilitaria.
«Per un anno ci hanno detto di aspettare l’1 giugno – spiega Gerardo Giannone, segretario di Liberi e Uguali nello stabilimento campano – poi questo arriva e si glissa ancora? È vero che dalle slide presentate da Fca per la produzione di nuovi modelli si può intendere che a Pomigliano possa essere prodotta una piccola jeep e le Panda a metano e Gpl, ma sono intuizioni di chi è disperato. Lo stabilimento di Pomigliano ha bisogno di investimenti in alcuni reparti al fine di poter pensare di avere le stesse possibilità di Melfi e Cassino. Le intuizioni potrebbero non realizzarsi mai e potremmo trovarci a gennaio 2020 con una sola auto da produrre e con circa 2000 esuberi. La politica faccia la sua parte, il ministro del Lavoro e sviluppo, che poi è di Pomigliano, chiami subito l’Ad di Fca e si faccia spiegare in dettaglio dove vanno le allocazioni e in che tempi e soprattutto se la Fca ha bisogno di sostegno».
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