Tre milioni di euro dal 2010 a oggi, con cui la Fondazione Celiachia Onlus dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC), ha finanziato 25 progetti di ricerca che hanno contribuito, grazie alla pubblicazione di 33 lavori scientifici, a migliorare le conoscenze sulla malattia e ad aprire nuove possibilità di intervento. Annunciati durante il 6° convegno nazionale AIC i vincitori delle 5 nuove borse di studio triennali di formazione e ricerca sulla celiachia.
Un premio per la ricerca italiana sulla celiachia: 5 borse di studio del valore di 85.000 euro ciascuna. Tra i premiati una netta prevalenza di donne: 4 su 5 under 35. Atenei Campani in testa con tre borse di studio assegnate, tra l’Università ‘Federico II’ di Napoli e l’Università della Campania ‘Vanvitelli’. Un grant anche alla ‘Sapienza’ di Roma e alla Fondazione Genetica Umana di Torino, dove lavora il più giovane dei premiati, di appena 26 anni. Genetica, sistema immunitario, valutazione di grani antichi per il consumo da parte dei pazienti fra i temi che saranno approfonditi grazie al finanziamento di Fondazione AIC.
Genova, venerdì 3 Novembre 2017 – Capire meglio la risposta immunitaria nei pazienti con celiachia, scoprire i geni più coinvolti nella malattia, individuare nuovi obiettivi terapeutici o biomarcatori per monitorare lo stato di salute dei celiaci, capire se particolari grani antichi possano entrare nella loro dieta per migliorare la qualità di vita ampliando le opportunità alimentari: sono i temi di studio che affronteranno nei prossimi tre anni i 5 vincitori delle borse di studio assegnate dalla Fondazione Celiachia Onlus dell’Associazione Italiana Celiachia. Annunciate durante il convegno nazionale AIC, in corso oggi a Genova, 4 su 5 sono donne under 35, tutte impegnate in università del Centro Sud; e un uomo invece il più giovane dei premiati, di appena 26 anni ricercatore presso la Fondazione Genetica Umana di Torino.
“Siamo orgogliosi di promuovere da 8 anni questa iniziativa, che dimostra un impegno a sostegno della ricerca, costantemente cresciuto negli anni e che rispecchia ciò in cui crediamo: fornire un contributo per migliorare la salute e la qualità di vita dei pazienti” – dichiara Ornella Lovello, Presidente della Fondazione Celiachia ONLUS – “Le 5 nuove borse di studio triennali da 85.000 euro ciascuna per un totale di 425.000 euro, vanno ad aggiungersi agli oltre 2,4 milioni di euro con cui, dal 2010 al 2016, abbiamo finanziato 20 progetti di ricerca scientifica di altrettanti
ricercatori. Dal loro impegno sono scaturiti oltre 30 lavori scientifici pubblicati in riviste internazionali, attraverso i quali si sono compiuti concreti passi avanti per una migliore comprensione della malattia che ci potrà portare a prevenirla, diagnosticarla e trattarla al meglio. I dati emersi da alcuni degli studi finanziati negli anni passati saranno discussi anche durante il convegno, a dimostrare i positivi risultati ottenuti grazie all’impegno diretto della Fondazione Celiachia nel sostegno della ricerca scientifica”.
Se infatti da una parte gli italiani sono convinti sostenitori della ricerca medico-scientifica, che risulta al primo posto fra le “buone cause” per una donazione, dall’altra sono ben 6 milioni in meno i donatori rispetto a 12 anni fa e le Associazioni pazienti sono fanalino di coda fra i destinatari raccogliendo appena l’1% dei fondi “Oggi Fondazione Celiachia è considerata alla stregua delle più importanti charities nazionali che finanziano la ricerca” – osserva Giuseppe Di Fabio, Presidente AIC – “Abbiamo raggiunto questo risultato perché abbiamo sempre ritenuto fondamentale garantire che le risorse raccolte con il 5 x 1000, vadano a sostenere una ricerca di alto livello, fin dalla scelta dei ricercatori meritevoli di sostegno sia in qualità di ricercatori senior indipendenti, di provata qualità scientifica, sia come giovani laureati o neo-dottori di ricerca, per aiutarli a intraprendere la carriera presso centri non-profit di ricerca italiani, pubblici e privati. La nostra iniziativa vuole favorire la cultura della ricerca in Italia valorizzando i giovani talenti, nella convinzione che spendere in ricerca non sia un costo ma uno dei migliori investimenti per il Paese e soprattutto per i pazienti”.
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