Enzo Cuomo: l’imperatore che ha imparato a non fare la guerra. Annienta i nemici e non punisce chi ha tentato il “tradimento”
Portici – La resa dei conti. Hanno pubblicato le foto della laurea di Annamaria e quelle del primogenito Pietro su una barca della capitaneria di porto. Hanno detto (e scritto sui social) tutto e il contrario di tutto per scardinarne la corazzata, ma lui è rimasto immobile. Cioè no. Se gli tocchi i figli anche uno come Enzo Cuomo che fa politica da quarant’anni, finisce per incazzarsi e magari fosse stato ieri, si sarebbe incazzato di più e peggio, visto il caratterino che da anni l’accompagna. Enzo Cuomo è diventato più saggio e la campagna elettorale l’ha condotta in modo impeccabile: presenziando ma sapendo anche dar spazio alle donne e agli uomini che compongono il suo squadrone. Ha stravinto nella sua città, che merita certamente attenzione e slancio maggiore, ma sicuramente recuperare tempo e soldi persi per il waterfront (la scommessa che eleverà la città del Granatello a livelli europei) e rimettere in sesto la Leucopetra, un po’ di tempo (si fa per dire) l’hanno preso eccome.
“Donne e uomini giusti nei posti giusti” e un appassionato come Sandro Pacilli di politica e di elezioni, resta fermo come al gioco dell’oca perché l’amico di una vita, il suo sindaco, il suo generale lo mette alla Leucopetra. Missione: quadrare i conti, rilanciare tutto, dal parco automezzi al personale. Non basta: ti occupi anche del centro sportivo, quello che con la piscina e la squadra di nuoto ha portato la città di Portici sulla vetta del mondo sportivo. Il centro tolto da Cuomo ai Cesaro per intenderci. Poi c’è Giovanni Iacone, il saggio. Un altro pezzo importante della sua corazzata. Democristiano della prima, della seconda e della terza ora, Iacone è stato lo stratega delle alleanze. Non ha sbagliato una mossa e anche quando sembrava che Cuomo, il generale stesse lì lì per decidere definitivamente le sorti di quel suo vice sindaco che si stava preparando alla scalata (senza far bene i conti però, almeno all’inizio) Iacone ha tirato il freno a mano. Prima si vince, poi si decidono le sorti. Manuale alla mano il commercialista ai vertici regionali del Pd ha scelto bene. E Cuomo si è lasciato consigliare. Dall’altra parte, diciamocela tutta non c’erano generali capaci di sfidare l’imperatore e lo sa bene Leopoldo Spedaliere che resta in panchina e allena squadre che contro Cuomo perdono sempre. Leopoldo e Enzo il face to face non lo faranno mai e non certo perché il sindaco si rifiuti di farlo, anzi. Non sono serviti i video a Mazzone (Mauro) interessanti più delle solite accuse, a garantirgli un posto in consiglio comunale dove il suo partito è scomparso del tutto assieme a quello di Franco Santomartino che vicino al sole, non ha più una risata, nonostante gli interventi spot di Francesco Emilio Borrelli.
Cuomo ha asfaltato tutti: fa pace con Vincenzo De Luca (non diranno mai di aver litigato), tra mastini è così: o ci si scontra fino all’ultimo sangue o si punta ai risultati e porto, waterfront e Portici per De Luca sono cose troppo importanti per farsi la guerra. Luca Manzo, la super votata Florinda Verde, hanno retto ovunque e aumentato il consenso. Davide Borrelli, che tutti pensavano potesse avere il contraccolpo dell’uscita dal Pd, ha battuto tutti, dimostrandosi per l’ennesima volta il più eletto. Riccardo Zaccaro, il segretario del partito più votato (il Pd) ha dimostrato che non bisogna essere anagraficamente esperti per gestire bene le sorti di una elezione dove spesso devi fare i conti proprio con l’uomo più forte, nonostante ce l’abbia in squadra come candidato sindaco. Sono stati tutti bravi. Chi conosce il sindaco, sa che le prime due cose che ha fatto sono state chiamare la mamma e la sorella e tranquillizzarle e poi pensare alla giunta. Pietro e Annamaria stavano con lui a Palazzo Campitelli, perchè essere i “figli di” non è un peccato. Anzi. Ah, penso che Fernando Farroni non ci entri in giunta e non perchè ha tentato di scalzare l’imperatore. Anche in questo Cuomo (e Iacone) sono stati chirurgici. Non ci sarà spargimento di sangue verso chi ha tentato l’alto tradimento, ma nemmeno i galloni della vittoria. o forse sì?!
di Paolo Perrotta
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.