Ecco Pro-Memoria, i Post-it interattivi del Collettivo lunAzione per ricordare le vittime criminalità organizzata
L’11 novembre a Ponticelli, nell’ambito della rassegna Affabulazione, verrà presentato “Pro Memoria”, un percorso fisico ed emotivo che attraversa la periferia orientale di Napoli, basato sul trauma collettivo delle vittime innocenti della criminalità organizzata.
Secondo quanto riferiscono gli organizzatori, il bagaglio di dolore e responsabilità che il quartiere custodisce si compone infatti di vite mutilate, storie rimosse e forse normalizzate che hanno causato cicatrici permanenti nel tessuto sociale.
Cinque promemoria, post-it metallici installati nello spazio urbano, tramite dei QR code riportano le testimonianze dei parenti di queste vittime: la loro viva voce, all’interno di una drammaturgia sonora, riferisce l’amore, la sofferenza e le speranze di quei cari, caduti in una guerra solo talvolta visibile.
Il progetto verrà presentato pubblicamente in occasione della Marcia in memoria delle vittime dell’11 novembre 1989 programmata per lunedì 11 novembre presso piazza E. Sandomenico a Ponticelli.
Pro Memoria è stato diretto da Eduardo Di Pietro (nella foto a lato) ed è stato realizzato per la rassegna ‘Affabulazione’ del Comune di Napoli, finanziata dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.
Il sound design è di Guido Molea, i raccordi drammaturgici di Cecilia Lupoli, la voce narrante di Martina Di Leva. Il progetto è stato realizzato con il supporto del Presidio Libera di Ponticelli e della Municipalità 6 del Comune di Napoli. I promemoria installati sono opera dell’officina sociale Avventura di Latta, che attraverso la lavorazione dei metalli effettua l’inserimento lavorativo di rifugiati politici, richiedenti asilo e persone a rischio.
La compagnia Collettivo lunAzione ha dunque curato un lavoro di narrazione per evidenziare un’immagine rovesciata del quartiere, un negativo che restituisce un patrimonio invisibile fatto di rabbia, impegno e sangue rappreso, di mancanze, offese e sofferenze, inquinato dalla paura eppure ornato dalla speranza.
Le micro-installazioni nelle strade centrali del quartiere si soffermano sul concetto di memoria individuale e collettiva: la leggerezza dei post-it associata alla resistenza del metallo concretizzano l’esigenza del ricordo pubblico, elementi discreti che possono destare l’attenzione dell’osservatore e ribadire la necessità di una testimonianza ininterrotta, che coinvolga tutti. Restano così accessibili le storie di Gaetano De Cicco, Salvatore Benaglia, Domenico Guarracino e Gaetano Di Nocera, vittime della “strage del bar Sayonara” (11 novembre 1989), la storia di Felice De Martino ucciso da una pallottola vagante il 6 gennaio 2000, quella di Ciro Colonna morto a 19 anni il 7 giugno 2016, quella di Antimo Imperatore, ucciso per errore il 20 luglio 2022. Personalità, vite, avvenimenti sono stati condivisi a seguito di una serie di interviste, con delle riflessioni conclusive di don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera (nella foto a lato).
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