‘E PAZZIELLE DI GIACOMO LEOPARDI – Uno scrittore emiliano solleva il caso: a Villa alle ginestre un museo di trenini e balocchi

Al primo piano di Villa delle Ginestre, la residenza ai piedi del Vesuvio in cui soggiornò Giacomo Leopardi negli ultimi anni della sua vita è ospitato il Museo del giocattolo. Proprio accanto alla camera in cui il poeta recanatese, nella primavera del 1836, compose «La ginestra, o il fiore del deserto» ci sono trenini, soldatini e altri giocattoli d’epoca, appartenenti a una collezione privata gestita dalla Pro Loco di Ercolano che per quanto di alto valore sia con Giacomo Leopardi non c’entrano nulla. Anzi, onestamente desta anche indignazione. All’epoca la villa era di proprietà di Giuseppe Ferrigni, cognato di Antonio Ranieri da cui Leopardi fu ospitato. Oggi, invece, appartiene all’Università Federico II e gestita dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane. In sostanza l’accademia più importante d’Europa e l’ente che gestisce tra le ville più belle d’Italia per bellezza storica e architettonica, hanno permesso che vicino la stanza de “la ginestra” alloggiassero pazzielle varie.

La Villa a onor del vero dal   2006 ospita il prestigioso premio nazionale letterario «La Ginestra», organizzato dall’Università, dal Rotary e dalla Fondazione Ville Vesuviane, che ha premiato intellettuali del calibro di Aldo Masullo, Massimo Cacciari, Mario Martone e non ultimo Michelangelo Pistoletto. La ProLoco oltre alle pazzielle, ha organizzato con enorme successo «Le passeggiate leopardiane e i festeggiamenti per il compleanno di Leopardi a giugno di ogni anno. Ma se le pazzielle di Leopardi non hanno fatto arricciare il naso a nessuno sotto il Vesuvio, critici, accademici e pubblici amministratori compresi, ci ha pensato uno scrittore che vive in Emilia Romagna che ha ideato “infinito 200” un progetto artistico proprio dedicato a Giacomo Leopardi a sollevare il caso e questa vicenda l’ha definita col piglio del poeta, la banalizzazzione dell’inquieto.

«Cosa succede in quella preziosissima Villa – si chiede Davide Rondoni (sopra nella foto) – che potrebbe essere patrimonio della cultura europea? Ora vedo che viene proposta pure come museo del trenino e del giocattolo. Come mai la Federico II, proprietaria della Villa, gestita in accordo con la Fondazione delle Ville Vesuviane, acconsente a questo fatto tra ridicolo e avvilente? Possibile che in questi anni non si sia incardinato in quel luogo simbolico e meraviglioso un centro di studio tra arte e natura che affronti i tanti provocanti temi connessi a tale rapporto? Capisco le difficoltà, ma metterci il museo del trenino come se fosse una bella idea, mi pare una presa in giro del grande Leopardi (e anche un po’ di tutta la cultura italiana e napoletana)». Dall’Ente per le Ville Vesuviane che d quando è presieduto da Gennaro Miranda (nella foto sotto) è tornato in auge, risponde proprio Miranda. «La collocazione del museo del giocattolo in Villa delle Ginestre è solo provvisoria.

Proprio in questi giorni provvederemo al trasloco, anche perché tra un mese avranno inizio i lavori di riqualificazione della dimora, finanziati dal Pnrr per circa 6 milioni di euro. È previsto un nuovo allestimento degli spazi esterni e degli spazi interni. Sarà restaurato il mobilio nella stanza del poeta e sarà esposta una tela che rappresenta l’affresco che era presente nella chiesta di San Vitale dove era inizialmente stato sepolto il poeta».

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