Dopo la scure della Consulta, De Luca pensa al futuro “A testa alta” col centro sinistra, o da solo
Cosa farà il Presidente? E soprattutto come ha trascorso la notte sapendo poco prima delle 20:00 di ieri che la Corte Costituzionale si era espressa definendo incostituzionale la legge regionale approvata a novembre che permetteva al presidente uscente di candidarsi al terzo mandato. Già ieri Vincenzo De Luca aveva disdetto incontri pubblici e dibattici. Di fatto per un certo periodo di tempo il Governatore della Campania, ci aveva creduto. Gli estremi giuridici e normativi c’erano anche. “Accolta una tesi strampalata, progettata in udienza, che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti.
La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti”. Il commento a caldo del governatore. Ma la sentenza che boccia la legge regionale campana sul terzo mandato mescola anche le carte politiche in vista del voto dei prossimi mesi. De Luca, dicono i fedelissimi, non sta a guardare e il piano “b” è stato quello che i suoi e lui in prima persona avevano costruito. Una lista autonoma a supporto di un esponente di fiducia del governatore. Che si chiami “A testa alta”, come dicono si dovrebbe chiamare, poco importa.
Il Pd nazionale, che da mesi urla di non volere un De Luca ter a prescindere dalla Consulta, accoglie con sollievo la decisione della Corte che evita il rischio di un De Luca candidato presidente contro il centrosinistra. Il commissario campano Antonio Misiani rinnova l’apertura al dialogo con i deluchiani: “Ora abbiamo la responsabilità di aprire tutti insieme, anche con chi ha guidato la Regione in questi anni e con il partito campano, una pagina nuova”. Probabile che inizi un confronto tra la segreteria dem e gli uomini del governatore, per trovare un nome che corra per Palazzo Santa Lucia con un’ampia coalizione e, possibilmente, il sostegno di una “lista De Luca”. L’ipotesi più probabile, siccome De Luca vorrà scegliere il nome del suo “erede” (o della sua erede) è che il tavolo delle trattative salti e ci sarà il tutti contro tutti.
Il campo largo di Pd e 5Stelle incarnato appieno dalla governance napoletana che funziona di Gaetano Manfredi, non avrebbe problemi a proporre Roberto Fico candidato premier e c’è chi giura che da Roma i 5Stelle stiano già pensando a una campagna tutta improntata sul “reddito” e i sussidi autonomi che le Regioni possono erogare ai meno abbienti, proprio per lanciare la candidatura e farla “sfondare”. Fico però potrebbe essere proprio il nome su cui De Luca potrebbe apporre dei veti, ammesso oggi il campo largo sia interessato ad accettarli.Il centro destra, aspetta e l’unico che parte in quarta è Fulvio Martusciello che lancia una campagna acquisti ai deluchiani che pensa possano lasciare De Luca.
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