Donna nuda come vassoio del sushi al Mama Ines, il proprietario del locale: “Non capisco lo scandalo è un format domenicale legato all’aperitivo”
Pollena Trocchia – Il Mama Ines è uno degli storici locali dell’hinterland vesuviano, conosciuto in tutta Italia perché da quasi vent’anni mecca per gli amanti della musica e dei balli latino americani di un certo livello. Poi il patron Massimiliano Iovine ha aperto le porte dell’elegante struttura su due piani anche ad altre performance artistiche, associando la danza alla musica e all’intrattenimento, con momenti anche di degustazioni enogastronomiche di qualità. Oggi il Mama Ines è finito agli onori della cronaca perché in una delle serate è possibile degustare sushi sul corpo in costume di una splendida modella. Lo facevano i samurai quando, per festeggiare una vittoria, mangiavano pesce crudo e riso servito su corpi di ragazze nude. Un’usanza vecchissima che in Giappone non praticano più da tempo ma che, invece, qui da noi, ancora raccoglie plausi e consensi. Si chiama “body sushi” , ovvero: una donna trasformata in vassoio sulla quale adagiare pezzetti di tonno, pesce spada, gamberetti e salmone, possibilmente facendo attenzione al wasabi. Il rischio che possa finire in luoghi in cui sarebbe meglio non si avvicinasse neanche, è molto alto. È andata bene, domenica sera, alla “ragazza immagine” di Mama Ines, un locale a due piani nel centro di Cercola, dove un gruppo di avventori si è divertito a riprenderla con un cellulare mentre faceva da “vassoio” a una quantità di delizie giapponesi. Quel video, ovviamente, ha fatto il giro del web grazie anche alla tempestività con la quale il consigliere regionale, Francesco Emilio Borrelli, lo ha messo in rete: «È una vergogna. Ancora una volta, – dice – abbiamo a che fare con un pessimo esempio di oggettivizzazione della donna, il cui corpo viene sfruttato come strumento per
attirare clientela». Immediata la risposta del titolare del locale: «Non abbiamo bisogno di utilizzare questi metodi per incentivare i clienti – dice Massimiliano Iovine, architetto e patron del locale tra i più gettonati e seri di tutta la Regione Campania – il “body sushi” rientra nel programma di animazione che organizziamo nel nostro locale. E poi – aggiunge – c’era anche il “body chocolate” sul corpo di un uomo, però nessuno ha detto niente». Par condicio, dunque. Sushi per lei, cioccolatini per lui e che il pubblico si faccia avanti. «Ma vi pare possibile? – commenta Borrelli – Siamo nel 2019 e ancora si mettono in atto pratiche che risalgono all’epoca dei samurai. Qui si vive fuori dal tempo». E poi aggiunge, Borrelli: «Non è certo una questione di essere bigotti. Se mi indigno è solo perché vedo a rischio la dignità delle donne, meritevoli di essere apprezzate in quanto persone e non come carne da esposizione». Da qui la minaccia di denuncia da parte del proprietario del locale di Cercola: «Lo farò. Non posso essere offeso così. La “ragazza vassoio”, come la chiama il consigliere, è una modella, lo stesso vale per il “ragazzo cioccolatino”. Dopo la “performance” gastronomica, tutti e due si sono rivestiti e hanno continuato a lavorare animando la serata sulla pista da ballo». Nessuna offesa, dunque, e soprattutto niente di strano ma un modo come un altro per trascorrere una serata in maniera divertente, almeno a voler dare ascolto alle ragioni di Iovine. E non importa che quel “body sushi” fosse stato organizzato a poche ore dalla giornata dedicata alle donne, e contro ogni forma di violenza nei loro confronti. «Abbiamo diciassette anni di storia – conclude il proprietario del Mama Ines, prima maestro internazionale di balli latino americani e poi patron di uno dei tempi del divertimento famoso in tutto il Sud Italia – il nostro è un locale serio, in nessun caso potrei tollerare che qualcuno lo metta in dubbio. È solo un “format”, un intrattenimento domenicale che ha anche un gran successo. Prima c’è l’aperitivo a base di sushi, ma non solo, e poi parte il dj. Ripeto: i due ragazzi “vassoio” continuano a lavorare, perché di lavoro si tratta». Ma Borrelli – con Gianni Simioli, conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte – non sente ragioni e va avanti come un treno: «Si tratta di un esempio di mercificazione del corpo femminile disturbante e fuori luogo. Usare una ragazza per poggiarci su del cibo è insopportabile solo al pensiero, figuriamoci se poi viene messo in pratica».
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