DI LAURO SPA – Blitz dell’antimafia sulla holding commerciale del clan, tra i destinatari delle misure anche Tina Rispoli e Tony Colombo

Tony Colombo, il cantante neomelodico napoletano gia’ noto alle cronache per vicende giudiziarie, e la moglie Tina Rispoli, vedova di un ras della criminalità organizzata, sono tra i 27 destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Napoli nell’ambito di una indagine sulle attivita’ imprenditoriali del clan Di Lauro. Colombo e la moglie furono al centro dell’attenzione anche della magistratura sia per il mini concerto tenuto in piazza Plebiscito senza autorizzazioni per chiedere la mano della futura sposa, sia per lo sfarzoso matrimonio con corteo e banda, nella quale suonarono anche dipendenti pubblici.

L’inchiesta

Secondo le indagini dei carabinieri del Ros, del comando provinciale di Napoli e della Dda, l’aspirazione imprenditoriale ha trasformato il clan Di Lauro, storicamente legato allo spaccio di droga e alle estorsioni.

Gli inquirenti hanno scoperto che il clan ha investito in società di abbigliamento, creando brand come “Corleone” insieme al cantante neomelodico Tony Colombo e alla moglie Tina Rispoli. A loro si deve anche la bevanda energetica “9 mm”, il cui nome richiama al calibro delle pistole.

In sostanza, il clan Di Lauro ha creato una sorta di “Di Lauro spa”, investendo in attività ritenute meno rischiose attraverso società intestate a prestanome. Tra queste, una palestra, una sala scommesse e alcuni supermercati.

Il contrabbando di sigarette dall’est europeo è stato un altro business redditizio per il clan. Secondo gli inquirenti, i Di Lauro hanno importato circa una tonnellata e mezza di sigarette, che hanno rifornito i mercati illegali.

Attraverso un investimento di mezzo milione di euro, inoltre, il clan ha realizzato una fabbrica di sigarette per confezionare pacchetti con tabacco estero da vendere in Italia e all’estero.

Le indagini dei carabinieri si sono concentrate nell’arco di tempo che va tra il 2017 e il 2021. In questo periodo, il clan Di Lauro ha continuato a commettere attività illecite come lo spaccio di droga, le estorsioni e le minacce.

In particolare, i Di Lauro hanno minacciato i familiari di un pentito e gli imprenditori che partecipavano alle aste giudiziarie per costringerli a desistere. Inoltre, grazie al supporto dei clan Licciardi e Vinella Grassi, hanno revocato le richieste estorsive agli imprenditori riconducibili alla famiglia Di Lauro.

Le indagini hanno portato all’arresto di 27 persone ritenute legate al clan Di Lauro.

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