De Luca torna sulla sconfitta del Pd: «Un terremoto. Violenza dal M5S ma pochi fatti»
Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, definisce «un terremoto» il risultato delle scorse elezioni e parla di «sconfitta pesantissima del Pd e in parte di Fi». Un risultato politico, spiega, «non solo chiaro e che non si presta a balbettamenti ma che vede vincitori netti, a cominciare dai Cinque Stelle e dalla Lega di Salvini». «È stato un disastro – dice a LiraTv – il voto deve essere rispettato e deve diventare sempre una grande lezione che ti viene impartita». Individua le probabile ‘cause’, De Luca. In primis, la scarsa attenzione data alla disoccupazione nel Sud sulla quale, dice «non c’è stata la sensibilità necessaria». E sul punto De Luca rilancia una «proposta che avanzai prima del referendum, vale a dire un piano per 200mila posti di lavoro al Sud».
E poi c’è il tema della sicurezza dove «ha prevalso la posizione di Salvini» e questo perché «nell’ambito del centrosinistra ogni volta che si parla di sicurezza scattano reazioni tutte ideologiche». Poi chiama in causa «tutta una serie di decisioni»: «dalla riforma della scuola al codice degli appalti alla battaglia, che non c’è stata, per una sburocratizzazione radicale dell’Italia». «Il Governo che pure ha portato l’Italia fuori dalla crisi, non ha determinato svolte e serenità per i cittadini», ha aggiunto.
«M5S ha una responsabilità gravissima: aver immesso nella vita pubblica un tasso di violenza che è intollerabile nel linguaggio tra esseri umani, nel calpestare della dignità delle persone. L’Italia è stata descritta come una banda di farabutti tranne loro, ora stanno cercando di cambiare abito» ha aggiunto il governatore. «Da oggi comincia la stagione della verità, non della Terza Repubblica. A quei milioni di disoccupati cui è stato detto avrete 1600 euro al mese qualcuno dovrà rispondere».
«Quando parli soltanto è divertente dire vaffa qui, vaffa lì. Poi andiamo alle prove di governo, come Roma, e abbiamo un disastro totale. Come mi divertirei anche io, che ho una propensione della quale non mi sono corretto negli anni, a dire vaffa. Invece la realtà cambia con il lavoro utile, tenace, quotidiano» ha proseguito. «Con la banalizzazione, abbiamo descritto agli italiani un mondo che non esiste, cambiare la realtà è un calvario», ha aggiunto.
Per il governatore le «forze politiche devono collocarsi dove le hanno mandate gli elettori». Quanto al Pd «credo che debba fare come prima proposta un piano per il lavoro per 200mila giovani del sud» un piano che a differenza di altre proposte non «specula sulla disperazione gente». Per De Luca, all’interno del Pd, serve una «radicale revisione ideologica, una discussione sul partito, bisogna distruggere le correnti, radicare il partito sul territorio». E poi «il lavoro, è andata crescendo anche nel Pd una sottocultura del liberismo sfrenato» e la sicurezza urbana «con 10mila assunzioni in più nelle forze dell’ordine e due tre leggi che consentano di tutelare i cittadini che hanno paura». Infine il Pd deve anche puntare su una «sburocratizzazione radicale dell’Italia, anche con testi unici».
I commenti sono chiusi, ma trackbacks e i pingback sono aperti.