DA QUI PARTE LA STORIA – Luigi Di Maio nella sua Pomigliano d’Arco e il “discorso alla nazione”
La folla, le mani tese, i cori da stadio: la prima uscita di Luigi Di Maio da vincitore è nella sua terra. Acerra, Volla, Pomigliano: tre tappe per mandare un messaggio anche alle altre forze politiche e al Colle sul risultato elettorale del M5S. “In questi giorni tutti stanno provando ad avvicinarci alla destra o alla sinistra – dice commosso – noi non siamo né di destra né di sinistra, sono categorie superate e dobbiamo dirlo con forza perché è questo che ci ha fatto arrivare dove siamo. Non siamo una forza territoriale, siamo inevitabilmente proiettati al governo di questo Paese, non come altri che sono forze politiche territoriali che stanno a oltre 15 punti da noi. Sentivo il bisogno di venirvi ad abbracciare subito perché qui si è fatta la storia. Vi posso assicurare che essere qui, vedervi ringraziare e regalare anche un sorriso a chi non ce l’ha fatto, c’era chi ci insultava, e noi gli abbiamo regalato un sorriso che sfonda il 60%. Non serbiamo rancore, non è una partita di calcio». «Non passiamo il tempo a vantarci dei risultati noi abbiamo un unico grande obiettivo, che è prendere questo consenso non per andare a Palazzo Chigi ma per riunire il primo Consiglio dei Ministri e fare le tre cose promesse da Piazza del Popolo, abolire i vitalizi, tagliare gli stipendi ai parlamentari e prendere 30 miliardi dagli sprechi per metterli in diritti» ha affermato nel suo discorso. «Ci sono da eleggere i presidenti delle Camere, noi siamo pronti al dialogo con tutti ma dovete venire a parlare con noi perché sennò è difficile fare qualcosa in questa legislatura»
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